Contratto non rinnovato dal 2014 "Scriveremo a papa Francesco"

Lodi, presidio dei lavoratori del Fatebenefratelli in piazza Ospitale. Sono 320 gli addetti dell’ospedale in attesa

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di Laura De Benedetti

"Il Fatebenefratelli (padri dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio; dieci strutture in Italia) è un ente di ordine morale. Stiamo valutanto la possibilità di scrivere a papa Francesco. Intanto siamo tutti i giorni davanti alla sede Ats, in piazza Ospitale a Lodi, cui spetta il compito di controllare, tra le altre cose, che venga mantenuta l’integrità fisica e morale dei dipendenti, anche con un contratto idoneo". A dirlo è Stefano Lazzarini, segretario del Confsal, il sindacato autonomo che ieri, per la seconda settimana consecutiva, mantiene, da lunedì a venerdì, quando gli uffici Ats sono operativi, un presidio in piazza Ospitale per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro per i 320 lavoratori dell’ospedale (311 posti letto per residenzialità psichiatrica, 20 socio sanitari, 3 centri diurni) con sede a San Colombano al Lambro che attendono da 14 anni il rinnovo del contratto.

"Andremo avanti ad oltranza, anche se per i lavoratori è un sacrificio – rimarca Lazarini –. Pensiamo al Papa perché non c’è attenzione per chi lavora a tutela di categorie fragilissime, in un ambiente di lavoro in cui si crea un forte legame tra pazienti e operatori". "Il 27 settembre a Milano terremo un presidio davanti alla sede dell’Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari) in cui il il Fatebenfratelli ha un ruolo rilevante – sottolinea Francesca Di Bella, Cgil –. Ci troviamo di fronte ad un muro di gomma. La Regione, cui avevamo chiesto un’audizione, in agosto ci ha risposto di aver adeguato le tariffe degli accreditamenti ("un adeguamento del 2,5% dal gennaio 2020, per riconoscere le dinamiche dei costi di produzione, incluse quelle connesse al rinnovo dei contratti di lavoro di settore" e "un ulteriore aumento delle tariffe del 3,7%", finalizzato anche a "consentire una migliore capacità di remunerazione del fattore lavoro" è scritto nella nota). Ma, a 2 anni dal rinnovo di quello per la sanità privata, per il contratto-costola per le Rsa, che già 14 anni fa rifiutammo di firmare, e che viene applicato a San Colombano senza rinnovi, non è ancora stato aperto un tavolo di confronto. A maggior ragione chiediamo ora di tornare alla sanità privata". "Noi non siamo una casa di riposo, facciamo Piani terapeutici riabilitativi - conclude una delegata Rsu da piazza Ospitale -, Se i soldi sono stati erogati, Ats dovrebbe controllare".