Cavenago d'Adda, analisi sulla discarica: "Ci sono sostanze pericolose"

Il Comitato lancia l'allarme: trovate tracce di piombo, rame e zinco

Da sinistra Mario Forti, Marcello Mosesso e Nancy Capezzera

Da sinistra Mario Forti, Marcello Mosesso e Nancy Capezzera

Cavenago d'Adda (Lodi), 14 luglio 2018 - Fanghi non inertizzati e terre di fonderia tra i materiali conferiti nella discarica di Cavenago d’Adda. Da fine maggio di camion carichi di materiale inertizzato per ultimare i lavori di riprofilatura all’interno della discarica alle porte di Lodi non se ne sono più visti. A febbraio, però, uno di questi automezzi, proveniente dal Piemonte, con ben 270 quintali di terra, era finito impantanato nelle campagne vicino alla discarica. E così Mario Forti, il presidente del Comitato, era riuscito a ottenere un campione di materiale che sarebbe dovuto finire nella discarica e lo ha fatto analizzare in un laboratorio. Le analisi sono arrivate a giugno. Due i secchielli analizzati che hanno portato alla scoperta di materiale proveniente da fonderia con forti presenze di piombo (1.557 mg/Kg), rame (3.817 mg/Kg) e zinco (5.865 mg/Kg). Si tratta di sostanze che ora sarebbero fuori norma.

A deciderlo infatti è una normativa europea che risale all’8 giugno 2017 e che ha permesso all’Italia di "rimettersi in regola" entro un anno dalla pubblicazione. Nel secondo secchiello, invece, il materiale raccolto è fango che non sarebbe inertizzato, quindi con una forte carica batterica e 2.517 mg/Kg di idrocarburi. "Da settembre 2017 a maggio scorso i conferimenti sono stati costanti – spiega il presidente del Comitato, Mario Forti -. L’ex presidente della Provincia Mauro Soldati aveva assicurato che gli interventi nella discarica sarebbero avvenuti solo con materiale inertizzato. Ma le analisi dicono l’opposto. Ovviamente la situazione non è cambiata con il nuovo presidente Francesco Passerini. Ho chiesto più volte l’intervento di Arpa Lombardia, ma non è mai arrivata la disponibilità a collaborare". La questione potrebbe finire sul tavolo del Ministero e in Regione. "Siamo pronti a portare sul tavolo del ministro all’Ambiente Sergio Costa quello che sta succedendo a Soltarico - dice l’ambientalista Marcello Mosesso –. Poi, attraverso il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Iolanda Nanni, stiamo cercando di coinvolgere anche il Pirellone".

Intanto restano aperte le battaglie legali sulla discarica. Sull’impianto di EcoAdda, chiuso da marzo 2015 dopo lo scandalo giudiziario per conferimento di rifiuti non autorizzati e inquinamento della falda acquifera, il processo in tribunale a Lodi riprenderà a novembre. Sulla vicenda delle fidejussioni romene e sul presunto danno erariale del Comune di Cavenago d’Adda la Corte dei conti ha aperto un fascicolo. "Sulla questione la politica è stata assente per troppo tempo - dice Nancy Capezzera, ex assessore della Giunta Foroni, ex esponente di Fratelli d’Italia –. Dal 2016 ho deciso di allontanarmi dalla politica dei partiti. In Provincia, dal centrosinistra al centrodestra, nessuno si è preoccupato del problema della discarica di Cavenago d’Adda. Continuo la mie battaglie da libera cittadina. Sulla discarica di EcoAdda ci sono interessi regionali e nazionali. Il tutto accade però sulla pelle dei lodigiani".