Caso mense a Lodi: il Comune perde l'appello e dovrà pagare le spese

Esulta il coordinamento Uguali Doveri per la sentenza che conferma la condotta discriminatoria del Comune di Lodi: "C'è grande soddisfazione e felicità"

IL coordinamento Uguali doveri a Lodi con Moni Ovadia

IL coordinamento Uguali doveri a Lodi con Moni Ovadia

Lodi, 29 dicembre 2020 - Caso mense: il Comune perde anche in appello, in festa il coordinamento Uguali Doveri. La Corte d'appello di Milano ha rigettato l'appello presentato dal Comune di Lodi e confermato la sentenza del 13 dicembre 2018 che riteneva 'discriminatoria' la condotta del Comune che chiedeva alle famiglie straniere, per ottenere sconti sui servizi scolastici in base al reddito, certificazioni di beni che i paesi d'origine non erano in grado di rilasciare rispetto alla sola Isee chiesta agli italiani. La giunta guidata da Sara Casanova sarà obbligata anche a pagare le spese processuali pari a 7.500 euro.

"C'è grande soddisfazione e felicità - afferma Stefano Caserini, consigliere della lista 110&Lodi, e facente parte di Uguali Doveri. La lettura della sentenza dimostra che il ricorso era infondato, che la discriminazione era diretta e non esistevano le basi normative per le discrimazione prevista dal regolamento". "E' una vicenda di cui non abbiamo mai smesso di occuparci" - ricorda anche Michela Sfondrini, di Uguali Doveri: il coordinamento aveva raccolto fondi per i bambini eslcusi dalla mensa, poi utilizzati anche per le cause e per promuovere progetti di integrazione.

L'udienza era stata fissata il 25 marzo ma poi, a causa della pandemia, era slittata al 9 luglio. In quella data il giudice aveva ascoltato entrambe le parti (per il coordinamento Uguali Doveri di Lodi, che aveva portato la questione alla ribalta nazionale, e le associazioni Asgi e Naga, c'era l'avvocato Alberto Guarisio) senza nessuna richiesta di supplemento. La sentenza, dunque era attesa.

Nel frattempo a fine luglio il Tribunale di Milano, dopo che il caso mense di Lodi aveva fatto da apripista, aveva obbligato anche la Regione Lombardia a cancellare dal regolamento per l’accesso agli alloggi pubblici il vincolo della residenza di 5 anni in Lombardia e l’obbligo per gli stranieri di presentare documenti del paese di origine attestanti l’assenza di proprietà. Nell'ultimo consiglio comunale a Lodi, invano, con una mozione, era stato chiesto alla giunta di rinunciare all'appello, evitando di spendere i soldi dei contribuenti in questa causa.