Carabiniere trovato morto a Lodi, la figlia: "Papà, avrai giustizia"

Sulla tragedia avvenuta nove anni fa in via Del Tempio restano lati oscuri

Giovanni Sali era un carabiniere di quartiere

Giovanni Sali era un carabiniere di quartiere

Lodi, 4 novembre 2021 - «Nove anni senza un perchè. 9 anni che non ha visto niente nessuno. 9 anni che non ha sentito niente nessuno. 9 anni che nessuno si è fatto avanti. 9 anni che nessuno ha fatto giustizia. 9 anni che qualcuno si porta un peso sullo stomaco enorme. 9 c..zo di anni che siamo fermi a quel 3 novembre. Ti prometto che prima o poi giustizia sarà fatta". Il dolore di una figlia che ancora adolescente ha perso per sempre il padre. Elena Sali, la figlia più piccola (oggi 20enne) di Giovanni Sali, il carabiniere di quartiere che il 3 novembre 2012 fu trovato morto in via del Tempio, nella città bassa, non trova pace. E ieri in occasione del nono anniversario dalla tragedia, la 20enne si è lasciata andare a un lungo post sulla sua pagina Facebook per provare a descrivere un dolore lancinante, una ferita che mai si risanerà del tutto. Nove anni dopo, la morte del carabiniere di Lodi, Giovanni Sali, 48 anni, resterà ufficialmente un mistero irrisolto.

Nel 2017 il gip di Lodi aveva archiviato su richiesta della Procura le indagini per omicidio volontario del militare in forza alla compagnia di Lodi che fu trovato senza vita a due passi dalla chiesa della Maddalena, ucciso da due colpi di pistola che gli avevano trapassato il torace, uno dei quali fatale tra il cuore e il polmone. Ma la mano che sparò a distanza estremamente ravvicinata quei tre colpi (uno finì fuori bersaglio) di una Beretta 92 parabellum, l’arma di ordinanza del carabiniere di quartiere e trovata ancora agganciata alla cintura di Sali tramite il cordino di sicurezza, rimane ignota.

Appena arrivato negli uffici giudiziari di Lodi, nel 2016, il procuratore di Lodi Domenico Chiaro aveva studiato il fascicolo che prima di lui altri due procuratori (il primo Armando Spataro, in servizio nel 2012, e poi Vincenzo Russo) non erano riusciti a risolvere. Ma senza trovare nuovi elementi in grado di arrivare a una conclusione. Così la Procura aveva chiesto l’archiviazione per l’accusa di omicidio volontario contro ignoti motivandola con "il fatto non sussiste". La famiglia di Sali, però, che in questi anni ha sempre mantenuto un riserbo quasi totale sulla vicenda, non ha mai creduto al suicidio. Sali alle 17.40 del 3 novembre 2012 era in servizio nel popolare quartiere della Maddalena. A sparare, secondo una serie di riscontri, sarebbe stata la sua stessa arma di servizio. Possibile che nessuno abbia visto nulla quella sera? Difficile crederlo, tanto che lo stesso procuratore di Lodi Vincenzo Russo, in servizio a Lodi dal 2013, preoccupato come il suo predecessore Armando Spataro per le inaspettate difficoltà nel trovare i responsabili, aveva denunciato: "Il lavoro va avanti, si è deciso di riconsiderare tutto, anche eventuali casi di omertà". Forse qualcuno vide, sa e non parla.