Il soccorritore: "Rinuncio al vaccino finché non approvate la legge sui defibrillatori"

La protesta di Mirco Jurinovich, presidente dell'associazione "Sessantamila vite da salvare"

Mirco Jurinovich

Mirco Jurinovich

Legnano (Milano), 25 gennaio 2021 - Una provocazione coraggiosa, ma che mira a puntare i riflettori su un problema di capitale importanza: la sopravvivenza di chi viene colpito da un arresto cardiocircolatorio. A lanciarla è Mirco Jurinovich, presidente dell'associazione "Sessantamila vite da salvare" e di professione soccorritore. "Rinuncerò alla mia dose di vaccino contro il covid-19 finché il disegno di legge 1441 non diventerà legge a tutti gli effetti" sottolinea Jurinovich, che è operatore del 118 Lombardia. Una proposta che lascia interdetti, soprattutto in un periodo nel quale si dibatte molto sul tema delle vaccinazioni contro il coronavirus.

"Adesso tutto gira attorno al Sars-cov2, ma in realtà esistono ancora anche altre patologie - aggiunge il soccorritore -. Tutti i cittadini hanno diritto ad essere curati allo stesso modo e in questo momento non è così. Le malattie cardiovascolari sono da trent'anni fra le maggiori cause di morte nel nostro Paese". Appunto le "Sessantamila vite" della sua associazione. E anche il ministero della Salute ne è consapevole. "Sono state emanate ben tre circolari firmate dal professor Giovanni Rezza in cui si spiega che le patologie cardiache sono responsabili ogni anno del 35% dei decessi totali in Italia". Mirco Jurinovich e la sua associazione hanno il merito di essere riusciti a a sfondare il muro di silenzio e di indifferenza sul mondo dei defibrillatori e del soccorso cardiaco. "La mia provocazione non è un atto di egocentrismo, ma si tratta della sopravvivenza di decine di migliaia di persone ogni anno".

Eppure il disegno di legge sui defibrillatori, a cui l'associazione "Sessantamila vite da salvare" ha contribuito con la proposta dell'obbligatorietà della presenza del defibrillatore semiautomatico in ogni condominio e per il quale l'onorevole legnanese Riccardo Olgiati si è parecchio battuto,  è fermo da un anno e mezzo. "Dal dicembre 2018 al luglio del 2019 ha vissuto il percorso alla Camera - ricorda Mirco Jurinovich -, dove è stato approvato all'unanimità. Poi è stato assegnato in sede deliberante alla Commissione Igiene e Sanità del Senato". "Sede deliberante" significa che il disegno di legge non avrebbe avuto bisogno di passare in aula. Eppure dal 2019 il disegno di legge sui defibrillatori è fermo. Il motivo? Mancherebbero a oggi 4 milioni di euro per la copertura economica totale del progetto. Copertura che fino a un anno e mezzo fa sembrava essere del tutto garantita. Non si fermano invece le morti per arresto cardiocircolatori. Che si potrebbero evitare se il defibrillatore diventasse obbligatorio per legge.