Palazzina esplosa a Rescaldina, Rocky è salvo: miracolo sotto le macerie

Infreddolito, impaurito. Ma vivo

Rocky, il cagnolino che viveva con la famiglia Sidella salvato dai vigili del fuoco

Rocky, il cagnolino che viveva con la famiglia Sidella salvato dai vigili del fuoco

Rescaldina (Milano), 7 aprile 2018 - Sette giorni sotto le macerie di una palazzina sventrata da un’esplosione. Rocky, il cagnolino della famiglia Sidella, li mostra tutti quando viene estratto dai vigili del fuoco. È infreddolito, impaurito. Ma vivo. Il cane che correva nell’appartamento del piano terra, da dove sarebbe partita la tragedia per una presunta fuga di gas, è l’icona di chi ce l’ha fatta. Una buona notizia. La prima dopo il terribile sabato della vigilia di Pasqua. Da allora era disperso. Intrappolato sotto le macerie. Poi un lamento. Affaticato, ma sufficiente per rivedere la luce dopo una lunga battaglia. Combattono, invece, ancora i suoi piccoli padroni, i due bimbi di 6 e 10 anni ricoverati in ospedale a cui Rocky ha regalato una speranza in più. Da giovedì sono tornati finalmente insieme all’ospedale milanese di Niguarda, dopo aver trascorso la prima settimana di degenza in due centri diversi.

Papà Saverio, 45 anni è ancora ricoverato in rianimazione nello stesso ospedale dei figli, a rischio di pericolose complicazioni dovute alle vaste ustioni che ha riportato su tutto il corpo. Proprio la gravità delle sue lesioni lascia presupporre che il sergente dell’esercito fosse il più vicino alla fonte della deflagrazione, innescatasi alle 7.37 del 31 marzo per cause ancora in via di definizione. Sua moglie, ustioni sul 60% del corpo, è ancora intubata, ma fuori pericolo di vita. Era più distante quella mattina, così come i loro due figli. Capire cosa abbia provocato l’esplosione - si parla del loro appartamento saturo di gas, ma la caldaia esterna è rimasta al suo posto e funzionante - è la priorità della Procura di Busto Arsizio, dei carabinieri e dei vigili del fuoco che da una settimana lavorano senza sosta alle indagini. Diversi i sopralluoghi effettuati dall’autorità giudiziaria nei giorni scorsi, insieme a un ingegnere incaricato dalla proprietà dello stabile di valutarne la stabilità, prima di nominare i periti per le consulenze e le analisi delle macerie, che tra i detriti potrebbero celare importanti risposte. Il primo step è la messa in sicurezza. Poi gli accertamenti. Fondamentali saranno le parole dei Sidella, una volta che si saranno ristabiliti e potranno raccontare cosa sia accaduto nella casa dalla quale sarebbero a breve stati sfrattati.

Ieri, nel primo pomeriggio, sono proseguiti gli accessi assistiti di chi può ancora recuperare le sue cose. «È stato davvero indescrivibile» ha raccontato una residente, un gatto di ceramica in braccio, quello vero salvo a casa di sua figlia, gli occhi azzurri lavati troppe volte dalle lacrime: «Siamo vivi ma io non tornerò mai più a vivere qui, è stato troppo». Proseguono le iniziative di solidarietà. Oltre a quelle organizzate dal comune di Rescaldina, anche Amandola, cittadina delle Marche colpita dal terremoto, ha voluto ricambiare la vicinanza della cittadina milanese nel 2016 con una donazione in favore degli sfollati.