Profugo arrestato per spaccio, ex Vincenziana nella bufera

Il sindaco e il vicesindaco di Magenta incontreranno il prefetto: "Vogliamo chiarire la situazione dei richiedenti asilo"

La ex Vincenziana di Magenta

La ex Vincenziana di Magenta

Magenta (Milano), 30 novembre 2018 - Ha scatenato commenti a non finire l’arresto di due giovani per spaccio nei pressi delle scuole superiori a Magenta. Un diciottenne richiedente asilo domiciliato alla ex Vincenziana e un minorenne di 17 anni di Cuggiono, studente all’istituto Einaudi. Dopo essere stati trasferiti nel carcere di San Vittore l’uno e al Beccaria l’altro, ieri sono stati accompagnati in aula per la convalida degli arresti. «Abbiamo fatto un ottimo lavoro insieme ai carabinieri – ha commentato soddisfatto l’assessore alla Sicurezza Simone Gelli –, un’attività sinergica e coordinata che ha portato risultati. È il chiaro segno che il lavoro paga».

I due sono stati trovati nei pressi del parco di Casa Giacobbe con 20 grammi di marijuana pronti per essere venduti. In tasca avevano circa 250 euro. Una somma cospicua frutto della vendita dello stupefacente agli studenti del Quasimodo e dell'Einaudi. La domanda che molti si sono posti è semplice: come è possibile che un giovane richiedente asilo abbia così tanto tempo a disposizione da usarlo per entrare in contatto con coetanei già abituati a vendere droga?

È proprio su questo punto che l’assessore Gelli scalpita e commenta: «Poco tempo fa, parlando della questione moschea, ho avuto un colloquio con alcuni di loro. Incontro al quale ha partecipato anche un mediatore culturale che poi, in realtà, era un interprete. Mi chiedo come sia possibile che, dopo più di quattro anni, non abbiano ancora imparato l’italiano in modo sufficiente. Eppure si parlava di corsi organizzati periodicamente e non solo di italiano. Ma necessari per garantire l’integrazione».

L’integrazione c’è stata, ma con chi, italiano, già era avviato allo spaccio. Naturalmente non è per tutti così. La ex Vincenziana ha fornito ottimi esempi di giovani arrivati come richiedenti asilo che si sono distinti nello sport, hanno imparato l’italiano, hanno ottenuto un permesso di soggiorno per scopi umanitari e vogliono costruirsi un futuro lavorando in maniera onesta. Il sistema però non è che dia molte garanzie. Gelli, insieme al sindaco Chiara Calati, chiederà un incontro al prefetto per parlare della situazione che, negli ultimi quattro anni, ha visto transitare in città circa 200 richiedenti asilo. Lo scopo è quello di chiedere un alleggerimento delle presenze all’interno della struttura