Parabiago, "festino" a base di droga termina in ospedale

In due ricoverati in codice rosso: il primo si è sentito male in casa, il secondo in un bar dove era andato per chiedere aiuto. Medici al lavoro per individuare quale sostanza li abbia intossicati

Il Pronto soccorso di Legnano

Il Pronto soccorso di Legnano

Parabiago (Milano), 21 agosto 2018 - Da programma doveva essere un pomeriggio d’estate da passare «in allegria» fra vecchi amici. In compagnia di qualche (non meglio precisata) sostanza stupefacente, presente all’appuntamento con l’obiettivo di dare un po’ di «tono» all’incontro. È finito invece nel peggiore dei modi, col ricovero di entrambi in codice rosso in ospedale, vittime di una grave intossicazione che solo per il rotto della cuffia, e per l’arrivo tempestivo dei soccorsi, non li ha portati a vedere direttamente da vicino quei “paradisi artificiali“ – per rendere onore a Baudelaire –che entrambi stavano cercando. Protagonisti due giovani uomini fra i 35 e i quarant’anni. Si trovavano insieme nell’appartamento di uno dei due, ieri a Parabiago, in provincia di Milano,  quando hanno iniziato a sentirsi male. A far scattare l’allarme è il più anziano dei due, 36 anni, che pur colto dai sintomi dell’intossicazione riesce a mantenere un minimo di barlume necessario per allertare i soccorsi. Quando l’ambulanza arriva a casa, trova il più giovane – 34 anni – praticamente in stato d’incoscienza. Viene subito intubato e portato a sirene spiegate al pronto soccorso di Legnano.

 L’amico sembra invece stare apparentemente meglio. L’équipe medica gli consiglia di andare comunque in ospedale per un controllo. Ma lui si rifiuta. E cosa fa a quel punto? Scende in strada, inforca la bici e raggiunge il primo bar che gli capita a tiro in via Boccaccio – a due passi dal Villoresi e dalla stazione – dove inizia a urlare frasi sconnesse e senza senso. Lo stato di delirio e allucinazione in cui si trova, e la paura che possa diventare anche violento, spingono titolari e clienti impauriti a chiamare ancora una volta il 112. La fine della storia non ci sarebbe bisogno di scriverla: corsa in ambulanza, codice rosso, intubato in rianimazione. Anche lui assente per un «viaggio in paradiso». Oggi i medici valuteranno se trasferirli o meno nelle rianimazioni degli ospedali di Menaggio e Castellanza. La terapia intensiva di Legnano non ha più posti disponibili.