Palio di Legnano, solo 2.126 biglietti venduti: incasso 65mila euro. Nel 2019 era 185mila

In pepoica pre Covid, quando non esisteva alcuna regola di distanziamento, gli ingressi erano stati 8.120

bagno di folla ed esultanze dopo la finale del Palio 2021

bagno di folla ed esultanze dopo la finale del Palio 2021

Legnano, 21 settembre  -  Il Palio in numeri, quelli che dovrebbero fornire una dimensione di un’edizione tanto particolare e che possono servire anche come punto di riferimento per comprendere da dove partire per migliorare già il prossimo anno. È infatti evidente che, come sottolineato dagli amministratori legnanesi proprio in occasione della conferenza stampa di chiusura di ieri, anche a voler essere ottimisti è difficile pensare che l’edizione 2022 possa "ripartire" da zero, come se la pandemia non fosse mai esistita ed è chiaro che anche per questa tipologia di manifestazioni alcuni provvedimenti diventeranno, almeno per qualche tempo, norma consolidata. Il primo numero è quello riferito all’incasso determinato dalla vendita dei biglietti per il Palio allo stadio Mari: in totale sono stati incassati 65mila 370 euro per un totale di 2mila 126 biglietti venduti. Per avere un metro di paragone, basterebbe ricordare che per il palio del 2019, l’ultimo disputato e nel quale non esisteva alcuna regola di distanziamento da rispettare, i biglietti venduti erano stati 8.120 su un totale di 8.700 posti disponibili, per un incasso che allora era stato pari a 185mila euro. Per quanto riguarda la trasmissione in diretta della giornata allo stadio Mari, sul canale YouTube il picco di "spettatori" è stato raggiunto in occasione della finale, 2.236.

Sulla pagina Facebook, invece, le visualizzazioni totali comunicate nell’arco delle oltre quattro ore sono state circa 17mila, con un picco durante la finale inferiore a mille. Mancano ancora i dati fatti registrare dalla diretta su Antenna 3, che ha trasmesso l’evento. Basta tutto questo per puntare in futuro a quell’obiettivo, inseguito da almeno vent’anni, di un Palio capace di "aprirsi" a un pubblico più ampio, sia dal punto di vista numerico che geografico? Il pallino passerà presto nelle mani della Fondazione che, in rampa di lancio, dovrà servire a gestire la manifestazione legnanese nel futuro prossimo, magari trovando la sponda in una seconda Fondazione dedicata alle manifestazioni simili della penisola. Una cosa è certa: il pubblico affezionato ai Palio di tutta Italia, sommato a quello che ama le rievocazioni storiche e fors’anche a quello che è interessato al mondo dei cavalli, non è probabilmente sufficiente, tutto insieme, a restituire la dimensione numerica di spettatori che il mondo del Palio di Legnano dice di inseguire.

Anche i tempi della manifestazione sono, al momento, troppo dilatati per essere considerati tempi "televisivi", sempre sia questo un altro dei canali sui quali puntare nel futuro. Così la ricerca di formule che sappiano coniugare il giusto riferimento alla tradizione con l’innovazione e lo sguardo rivolto al futuro, ai nuovi media e a un pubblico meno targettizzato è ancora, più che mai, aperta. Con tutte le polemiche e le resistenze che ogni processo evolutivo comporta.