Magenta, i musulmani in via Pertini: "Senza moschea, preghiamo al parco"

L’area verde di via Pertini viene usata regolarmente dalle persone di fede islamica. Il vicesindaco: "Nessuna autorizzazione è mai stata data"

La preghiera all’interno del parco

La preghiera all’interno del parco

Magenta (Milano), 30 giugno 2018 - Cosa succede al parco Pertini di Magenta alle 13 di venerdì? Accade che una cinquantina di musulmani si mettano a pregare. Un rito con tutti i crismi. Con lo sguardo rivolto verso La Mecca, con un uomo che conduce la preghiera e tiene un sermone in lingua araba per poi tradurlo in italiano. È successo ieri quando, evidentemente avvisati dal passa parola, sono entrati al parco di via Pertini parecchi fedeli che hanno steso i tappeti a terra. Pochi i passanti che ci hanno fatto caso. Nessuno, a dire il vero. Il parco Pertini non è molto frequentato. Ieri i fedeli erano delle più diverse nazionalità: dal Pakistan al nord Africa, da alcuni stati dell’Africa Subsahariana a giovani che uscivano dalla Vincenziana che ospita i richiedenti asilo.

«Magenta non ha una moschea e noi veniamo qua - ha spiegato uno dei presenti -. Tutto si è svolto in maniera tranquilla, senza che nessuno venisse disturbato». Un’ora circa di preghiera.

I magentini non più giovanissimi ricorderanno i primi arrivi di musulmani negli anni Ottanta, musulmani che si radunavano al parco di Casa Giacobbe a pregare sotto lo sguardo sorpreso dei passanti. Ne sono passati di anni. Oggi le presenze di cittadini di fede islamica sono migliaia anche nel nostro territorio, quando all’epoca erano solo poche decine.Rimane però il problema. È ammissibile che un parco pubblico venga utilizzato per una funzione religiosa? «Devo fare una premessa - sbotta il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Simone Gelli - in modo da non essere frainteso da nessuna figura politica. Quanto sto dicendo vale per un cattolico, per un ortodosso o per un protestante. Ovvero, l’organizzazione di una messa, una funzione o un qualsiasi rito religioso in uno spazio pubblico necessita di una autorizzazione. Altrimenti non si può svolgere. A noi non è mai giunta alcuna richiesta, né in Comune, né al Comando della polizia locale». Gelli è decisamente irritato e aggiunge senza mezzi termini: «Ancora una volta devo prendere atto che queste persone non solo non vogliono conoscere le regole del Paese che li ospita, ma continuano ad agire senza tener conto di nulla».

Il parco di via Pertini da diversi anni viene utilizzato da giovani del Pakistan e del Bangladesh per svolgere partite di cricket. Anche questo in contrasto con le regole che vietano giochi all’interno dell’area di via Casati. Lo stesso parco è sempre meno frequentato dai magentini. Il rito religioso di ieri si è svolto, ad onor del vero, senza turbare l’ordine pubblico e la quiete del vicinato. L’uomo che coordinava la preghiera ha tenuto un lungo discorso anche in italiano citando a memoria i versetti del Corano e uno recitava: «Un grande e importante valore dell’Islam è la sincerità. O voi che credete e temete Allah state con i sinceri».