Legnano, condanna per gli ex amministratori di Amga: gonfiarono i bilanci

Dal pm Nadia Calcaterra dieci decreti penali di condanna: l'ex presidente Chiara Lazzarini e l'ex dg, Paolo Pagani, annunciano di volersi opporre ai decreto andando al processo

La sede di Amga

La sede di Amga

Legnano (Milano), 7 luglio 2017 - Procedere con l'opposizione al decreto e andare al processo: è questa l'intenzione espressa dalle principali parti in causa dopo che il pm del tribunale di Busto Arsizio, Nadia Calcaterra, ha concluso gli accertamenti su Amga spa emettendo dieci decreti penali di condanna per altrettanti indagati ai quali viene contestato il reato di false comunicazioni sociali relative al bilancio 2012 della spa stessa. Nella sostanza i bilanci sarebbero stati gonfiati dagli amministratori di allora per far apparire la situazione della società più florida di quanto fosse. Nella lista dei soggetti interessati al decreto compaiono l'ex presidente di Amga spa, Chiara Lazzarini, il vice Alessandro Castiglioni, l'ex direttore generale Paolo Pagani, l'ex direttore amministrativo Angelo Zanzottera, gli amministratori Roberto Garbagnati, Roberto Ortica e Renzo Privitera, il presidente del consiglio sindacale Roberto Azzimonti e i sindaci Bruno Dell'Acqua e Nora Cattaneo.

Va ricordato che questo tipo di provvedimento si caratterizza per l'assenza del contraddittorio e che l'emissione di un decreto penale di condanna "inaudita altera parte" avviene su richiesta del pm, quando all'imputato deve essere applicata solo una pena pecuniaria: vengono dunque a mancare sia l'udienza preliminare che il dibattimento. La misura della pena è indicata in questa occasione in 15 mila euro.

La prima ad annunciare la decisione di opporsi è l'ex presidente di Amga spa, Chiara Lazzarini. "In merito al provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Busto Arsizio preciso che lo stesso è relativo a una contravvenzione comminata per presunta violazione dell’art. 2621 del codice civile - spiega in una nota la stessa Lazzarini -. Per dovere di trasparenza nonché di corretta informazione ai cittadini preciso, inoltre, che il provvedimento emesso è solo, come ha affermato anche la Corte Costituzionale, 'una decisione preliminare', in relazione alla quale, con l’opposizione allo stesso (che avverrà quanto prima), sarà possibile nel dibattimento esperire tutti i mezzi di difesa ed un pieno contraddittorio con il Pubblico Ministero e quindi dimostrare l’assoluta infondatezza di tutte le accuse. Va peraltro evidenziato che nella fase delle indagini il Pubblico Ministero non ha ritenuto di sentire gli imputati facenti parte del CdA e più in generale la posizione delle difese e quindi, in questo caso, l’assenza di un reale contraddittorio è stata totale".

Stessa posizione anche per l'ex direttore generale, Paolo Pagani, che tra le altre cose non ha neppure ricevuto la notifica del decreto e che ha saputo della notizia dai giornali. "Io ad oggi non ho ancora ricevuto nulla - spiega Pagani -, ma appare naturale che proceda con l'opposizione scegliendo di andare al processo. Appare paradossale che in tutta questa vicenda non sia mai stato ascoltato una sola volta e mai abbia avuto la possibilità di chiarire la mia posizione e difendermi dalle accuse. Questo provvedimento è solo l'inizio e non è certo la fine di questa vicenda".