Inceneritore di Borsano, Neutalia supera il test

La società chiamata a rilanciare l’impianto ereditato da Accam presenta i risultati dei primi 12 milioni di euro d’investimento

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di Paolo Girotti

Un impianto da far funzionare al meglio recuperandone l’efficienza, aumentandone per quanto possibile la sicurezza e minimizzandone l’impatto e per il quale si è già iniziato a spendere i 12 milioni di euro del primo investimento preventivato; sull’altro fronte, poi, c’è un futuro tutto da costruire attraverso un piano industriale che sarà chiamato a disegnare quell’economia circolare dei rifiuti che, al momento, appare in una fase prodromica e poco più. A pochi mesi dalla nascita di Neutalia, la società (52 unità oggi in pianta organica) chiamata a sostituire Accam nella gestione dell’impianto di termovalorizzazione di Borsano, vertici e soci della newco hanno staccato il primo mini tagliando per fare il punto della situazione, "guidati" in questa uscita pubblica dal presidente, Michele Falcone, che ha premuto sul tasto della trasparenza come elemento fondante della nuova realtà. A manifestare soddisfazione per gli effetti di questa faticosa fase di avviamento sono stati in primis i sindaci dei due Comuni principali coinvolti attraverso Agesp e Amga, e quindi Emanuele Antonelli per Busto Arsizio e Lorenzo Radice per Legnano: per entrambi i primi passi di Neutalia sembra abbiano portato vantaggi.

A spiegare come siano stati indirizzati i primi investimenti - 12 milioni di euro - ha invece pensato l’amministratore delegato, Stefano Migliorini: "I tre driver per gli investimenti? Attenzione a ridurre emissioni e impatti su aspetti ambientali, perseguire efficienze e ripristinare affidabilità e continuità di esercizio dell’impianto. Cinque milioni sono già stati spesi, altri due sono in programma e gli altri seguiranno". Per cosa? Adeguamento del sistema di trattamento delle acque reflue e il reimpiego nei processi interni della risorsa idrica, il potenziamento del sistema di abbattimento degli ossidi di azoto, l’installazione di sistemi di controllo del mercurio in continuo. Si è lavorato poi sul cuore dell’impianto, il gruppo che va dalla caldaia alla turbina. Spesi quattro milioni di euro per la caldaia della linea uno, nei prossimi mesi torneranno in servizio i turbogeneratori della linea uno e due, danneggiati dall’incendio del gennaio 2020. La linea due sarà in esercizio già nei prossimi mesi, la linea uno nella seconda parte dell’anno.