Legnano, nessuno vuole l'ecomostro di viale Cadorna: asta deserta

L'edificio di nove piani, mai ultimato e abbandonato ormai da anni, è stato proposto a prezzo ribassato ma nessuno ha presentato offerte

La sagoma del palazzo mai ultimato caratterizza viale Cadorna

La sagoma del palazzo mai ultimato caratterizza viale Cadorna

 

Legnano (Milano), 24 marzo 2022-  Nessuno aveva speranze concrete e la realtà dei fatti non ha fatto altro che confermare la situazione: l’”ecomostro” di viale Cadorna, questo il none che si è meritato negli anni il palazzo di nove piani fuori terra mai ultimato, continuerà a fare bella mostra di sé senza un proprietario disposto a metterci le mani, almeno fino alla prossima asta. Quella conclusasi un paio di giorni fa, infatti, ha lasciato le cose così come stavano: nessuna offerta per rilevare e magari radere al suolo l’immobile.

La storia di questo ammasso di cemento armato è piuttosto lunga e per trovarne le radici bisogna tornare indietro al 2007: il progetto dell’edificio era ancora in una fase prodromica ma già in quei primi passaggi si era guadagnato le aspre critiche dell’opposizione consigliare di allora. Troppo invadente, si diceva già allora, soprattutto perché collocato su una direttrice già particolarmente trafficata e intasata. Nel 2008 erano poi iniziati i lavori che si sarebbero dovuti concludere nel 2011, ma come evidente a tutti ancora oggi solo lo “scheletro” del palazzo aveva infine preso forma, mentre il permesso di costruire, inevitabilmente, era scaduto.

L'intero edificio si sviluppa su 11 piani, nove piani fuori terra e due piani interrati: nella sostanza si mirava a realizzare e mettere sul mercato ben 41 appartamenti e sette vani sottotetto agibili e non abitabili, oltre a 48 cantine e 44 box. Il comparto comprende anche la vicina villa storica dove, nel progetto, erano previsti altri quattro appartamenti disposti su più piani. La valutazione effettuata nel 2020 identificava il valore presunto in 2 milioni 155mila euro. Il 21 marzo scorso, data ultima per la presentazione delle offerte, il prezzo minimo per le offerte in quest’ultima asta era già sceso a 969mila euro, non abbastanza se si considerano le tante incognite legate all’edificio.

La perizia ha infatti rilevato anche numerose difformità nella realizzazione di ciò che è stato costruito sino ad oggi: per le sole strutture portanti progettate e realizzate prima dell'entrata in vigore della nuova normativa antisismica e prive di certificato di collaudo, sarebbero necessari 150mila euro e 24 mesi per la regolarizzazione. Uguale discorso per la conformità tecnica impiantistica, che prevede 50mila euro di spesa e altri 12 mesi di lavoro. Ora tutto è rimandato alla prossima asta, presumibilmente prevista entro l’estate, ma le speranze di trovare un compratore, seppur a un prezzo ulteriormente ribassato, sono ridotte al lumicino.