Corruzione a Legnano, la difesa di Cozzi: "Agiva per il bene della città"

L'avvocato dell'ex vicesindaco ha chiesto la revoca del carcere

Il sindaco Fratus (a sinistra) e  il vicesindaco Cozzi

Il sindaco Fratus (a sinistra) e il vicesindaco Cozzi

Busto Arsizio (Varese), 21 maggio 2019 - Giacomo Cozzi, difensore di Maurizio Cozzi, da ieri ex vice sindaco di Legnano, chiede per il suo assistito la revoca del carcere, scarcerazione o, in subordine, gli arresti domiciliari. Il legale pone una questione che è anche il suo caposaldo difensivo: è lecito o non è lecito, per nominare figure apicali in società partecipate dal Comune, verificare prima se ci siano professionisti qualificati, così da avere partecipanti idonei al concorso pubblico? "Ha risposto. È stato un buon interrogatorio. Era importante fare capire il senso delle intercettazioni, nella quali si parlava di cose di dieci giorni prima, quando le intercettazioni non erano ancora partite. A Cozzi premeva spiegare cosa ha fatto e perché lo ha fatto".

"Ho chiesto la revoca del carcere. Ho protocollato oggi le dimissioni. A questo punto non c'è pericolo né di inquinamento delle prove né di reiterazione del reato". L'accusa, dice un cronista, è sostanzialmente quella di nomine pilotate. "Ho bisogno di mettere in una posizione apicale, molto importante per un comune come Legnano, figure altamente qualificate. Cerco persone che siano davvero brave, a prescindere dalle idee politiche. Verifico se c'è qualcuno disposto a partecipare alla gara. È reato o no? Lo decideranno i magistrati, che sono dei signori magistrati, con l'aiuto anche nostro. Alcune possono essere considerate non gare pubbliche ma affidamenti diretti". 

Cozzi ammette questo? "In due casi. Non li conosceva ma conosceva i curricula. Uno dei candidati era di Alessandria. Quindi ci si muoveva a livello nazionale. Ci cercavano veramente persone a livello nazionale. Sento parlare di tangenti. A sproposito. Non c'erano tangenti. Il tema è: fino dove può spingersi un amministratore? Non erano nomine pilotate. Maurizio Cozzi non ha agito per sé, non ha agito per il partito. La realtà dei fatti era mettere le persone giuste al posto giusto". Come sta? "È provato. Non si capacita. Dice: "Io ho agito per il bene dell'amministrazione. Perché sono qua?".