Coronavirus, Rsa Accorsi arriva un medico della Protezione Civile

Esito choc dei tamponi: al primo piano solo un paziente non ha preso il virus. Resta il rebus del doppio ruolo del direttore-sindacalista

Rsa (foto generica)

Rsa (foto generica)

Legnano (Milano), 6 maggio 2020 Un nuovo medico è arrivato in supporto alla struttura, ma la situazione all’interno della rsa Accorsi non sembra ancora normalizzata. Anzi. Dalla giornata di ieri è infatti entrato ufficialmente in servizio Diego Caroli, un medico inviato dalla Protezione civile, che sarà chiamato ad affrontare una situazione tutt’altro che serena: per quanto riguarda gli ospiti al primo piano della struttura, infatti, pare che il riscontro degli ultimi tamponi abbia restituito una situazione davvero problematica, con un solo paziente che non sarebbe affetto da coronavirus.

Gli operatori temono che questo punto di partenza possa provocare in tempi brevi situazioni drammatiche, anche perché la corsa ai supporti necessari per garantire le prestazioni è continua, soprattutto per quanto riguarda le flebo quotidianamente necessarie e mai sufficienti. Intanto è rientrata in servizio anche la caposala della struttura che, a differenza di altre sue colleghe, non ha neppure dovuto sottoporsi al tampone prima di riprendere il servizio.

Nel frattempo anche il “doppio ruolo” del direttore della struttura che avevamo segnalato già qualche settimana fa, contemporaneamente direttore e pure rappresentante sindacale Uil, è entrato anche nel mirino di uno dei candidati sindaci cittadini, Franco Brumana, che ha chiesto spiegazioni alla stessa sigla: “Risulta che la totalità o quasi dei lavoratori della Rsa è iscritta alla Uil perché è stato “caldamente consigliato “ di farlo al momento dell’assunzione o quando è arrivato il direttore sindacalista – scrive Brumana in un suo intervento nel quale mette in luce anche la situazione sanitaria della Rsa -. Non risulta che la Uil abbia svolto un’indagine tra i suoi iscritti della Rsa per accertare l’adozione delle misure riguardanti la sicurezza sul lavoro. Ha però sottoscritto insieme a Cgil e a Cisl la lettera del 16 aprile 2020 per chiedere notizie in proposito alla direzione della onlus Kcs, proprietaria della casa di riposo, all'Ats e al direttore sindacalista notizie sull'applicazione delle misure di sicurezza. Sarebbe bastato chiederlo ai lavoratori. Non si sa se queste informazioni siano ad oggi pervenute.

Certo è che i sindacati non ne hanno dato notizia. A questo punto sembra doveroso che la Uil intervenga al più presto a tutela dei suoi iscritti e che magari ponga fine al cumulo di funzioni di direttore e sindacalista , che genera dubbi più che giustificati”.