Casorezzo, il Tar stoppa la discarica nelle cave. Esultano ambientalisti e sindaci

La sentenza accoglie le richieste di coltivatori e Parco del Roccolo. Alt a lavori che erano già in fase avanzata

Uno dei presidi anti-discarica

Uno dei presidi anti-discarica

Busto Garolfo (Milano), 24 giugno 2021. Doccia ghiacciata per la Solter srl proprietaria dell’area delle Cave di Casorezzo. Ieri il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha accolto il ricorso presentato da Legambiente, coltivatori diretti e Parco del Roccolo per l’annullamento delle autorizzazioni rilasciate dalla Città Metropolitana di Milano il 20 settembre 2017. Dopo mesi di attesa e qualche dubbio sull’esito favorevole dell’istanza, Comuni e comitati antidiscarica che hanno sostenuto il ricorso per il momento tirano un sospiro di sollievo. 

Il progetto della Solter per realizzare il ripristino ambientale dell’area cave utilizzando rifiuti speciali non pericolosi provenienti da siti contaminati, resta al palo. L’autorizzazione integrata ambientale insieme a una serie di altri permessi rilasciati dai funzionari di Palazzo Isimbardi ritornano nel cassetto, e di fatto impediscono alla Solter di procedere con le attività di ripristino. Una vicenda nata nei primi anni del Duemila e precipitata dal 2012 sembra essere destinata a chiudersi definitivamente. Dopo decine di ricorsi, molti dei quali rigettati dal Tribunale amministrativo lombardo, finalmente una netta schiarita sulla vicenda lascia ben sperare per il futuro del Parco del Roccolo.

Il giudizio sul progetto espresso dai funzionari di Città Metropolitana è stato completamente ribaltato dalla sentenza arrivata ieri nel primo pomeriggio. Senza Aia, Via e Vinca – le autorizzazioni necessarie – che il Tar lombardo di fatto ha revocato, la proprietà non avrà più gli strumenti autorizzativi fondamentali per posizionare i rifiuti all’interno dei bacini di coltivazione di cava ancora rimasti ancora aperti. Si parla di numeri importanti, l’area estesa per 60mila metri quadrati con una profondità di dieci metri avrebbe permesso il conferimento di 600mila metri cubi di rifiuti.

I lavori di approntamento risultano già ad un livello avanzato e la Solter, forte del disco verde di Città Metropolitana si stava preparando per la fase finale. Adesso il Tar ha rotto le uova nel paniere con grande esultanza di sindaci e comitati che hanno visto coronarsi un sogno rincorso per anni. Non è tuttavia detta l’ultima parola: la Solter potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato per chiedere il ripristino della autorizzazioni, la strada però per l’azienda di Solaro è ora decisamente tutta in salita.