PAOLO GIROTTI
Cronaca

Caso Fratus, la Lega ancora all’attacco: “Ispezione in tribunale”

Scia polemica dopo l’assoluzione dell’ex sindaco e dei due assessori: "Siamo basiti dalle critiche dell’Anm seguite all’interrogazione sui magistrati"

Da sinistra: Gianbattista Fratus, Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini

Da sinistra: Gianbattista Fratus, Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini

Legnano, 24 febbraio 2024 –  Non si chiude la polemica nata dopo l’assoluzione dei tre ex amministratori di Legnano – l’ex sindaco Gianbattista Fratus e i due assessori, Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini - perché dopo la richiesta di ispezione al tribunale di Busto Arsizio auspicata con un’interrogazione al Ministro della Giustizia da alcuni parlamentari della Lega e all’indomani della risposta dell’Associazione nazionale magistrati, i deputati leghisti non mollano l’osso e si definiscono "basiti" da questa stessa risposta, ribadendo di nuovo la prima richiesta fatta attraverso l’interrogazione.

"Siamo basiti dalle critiche dell’ANM seguite all’interrogazione sulla condotta dei magistrati di Busto Arsizio nel procedimento penale contro l’ex sindaco di Legnano Fratus, assolto in appello – è stata infatti la dichiarazione dei deputati della Lega Fabrizio Cecchetti, Igor Iezzi e Luca Toccalini, che con la deputata Laura Ravetto, pure lei della Lega, hanno firmato l’interrogazione -. Dopo aver subito la gogna mediatica e processuale conclusasi in un nulla di fatto, è più che lecito in un Paese democratico esercitare il diritto di conoscere se l’iter processuale abbia rispettato i principi costituzionali di terzietà e imparzialità del giudice. L’interrogazione in questione mira infatti a verificare se i magistrati di Busto Arsizio si siano uniformati a tali principi". I tre, ex amministratori, condannati in primo grado nel 2020 dopo l’arresto avvenuto nel maggio del 2019, sono stati poi assolti in appello a inizio anno.

Nell’interrogazione , che si conclude con la richiesta di una possibile ispezione, i firmatari scrivono tra le altre cose che "i difensori degli imputati sono stati oggetto di pressioni da parte del pubblico ministero (maggio - settembre 2019) affinché convincessero i propri assistiti a patteggiare la pena della reclusione in cambio della disponibilità del pubblico ministero a rilasciare parere positivo per la revoca degli arresti domiciliari". "Ricordiamo che la stessa Costituzione prevede che la giustizia sia amministrata in nome del popolo – si conclude ora l’intervento dei tre deputati della Lega -, i cui rappresentanti eletti esercitano il diritto/dovere di controllo e di critica sull’esercizio della giurisdizione. In ragione di tutto ciò la Lega, da sempre, chiede una maggiore responsabilità civile dei magistrati".