Legnano, sfregia l'ex con l'acido. La famiglia di Giuseppe: "Pena massima, niente sconti"

L'avvocato del giovane sottolinea: "Non vogliamo sentir parlare di semi infermità mentale"

L’aggressione è stata compiuta da Sara Del Mastro

L’aggressione è stata compiuta da Sara Del Mastro

Legnano (Milano), 26 giugno 2019 -  Il massimo della pena, senza sconti. La famiglia di Giuseppe Morgante, il ventinovenne che quasi due mesi fa è stato aggredito e sfregiato con l’acido dalla ragazza che aveva frequentato per qualche tempo, chiede giustizia per bocca del legale. «Non vogliamo sentir parlare di semi infermità mentale - sottolinea l’avvocato Domenico Musicco -. Quella donna deve rimanere in carcere il più possibile secondo quello che prevede la legge. Per questo chiederemo per lei il massimo della pena». Che, quindi, potrebbe significare vent’anni di reclusione. 

«Chiederemo anche che non venga applicato nessuno sconto di pena - prosegue l’avvocato -. Anche perché lei stessa ha dichiarato di avere dei problemi seri. È altamente pericolosa e quindi deve essere fermata». Gli avvocati di Sara Del Mastro, la trentottenne che per mesi ha perseguitato Giuseppe Morgante con l’intento dichiarato di rendergli la vita impossibile perché lui l’aveva respinta, hanno già chiesto nelle passate settimane per lei il ricovero in un ospedale psichiatrico ma il tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta. «Giuseppe ha denunciato molte volte di essere vittima di stalking da parte di Sara Del Mastro, ma tutto è stato preso con eccessiva leggerezza - denuncia Musicco -. Troppo spesso si verificano dinamiche del genere, per questo anche lo Stato dovrebbe risarcire chi diventa oggetto di reati del genere: per non aver saputo proteggere a dovere i propri cittadini. Per non parlare del braccialetto elettronico: se fosse stato utilizzato, probabilmente questa aggressione si sarebbe evitata. È una soluzione che va presa in considerazione». Intanto prosegue il percorso di guarigione di Giuseppe Morgante dopo l’aggressione: il giovane è ancora in cura al Niguarda di Milano, con l’obiettivo di recuperare del tutto le funzionalità dell’occhio danneggiato.