Vendrogno, nasce con quattro mesi d’anticipo: Sharon adesso lotta per la vita

La piccina, venuta alla luce in casa, pesa soltanto 520 grammi e misura meno di una trentina di centimetri. È ricoverata sotto strettissima osservazione

Un’incubatrice del reparto di Terapia intensiva neonatale del “Manzoni” di Lecco

Un’incubatrice del reparto di Terapia intensiva neonatale del “Manzoni” di Lecco

Lecco, 9 dicembre 2019 -  Aveva talmente tanta fretta di conoscere mamma Silvia, il papà Cristian e il fratellino più grande Mattia che ieri mattina alle 7.12 la piccola Sharon è nata in casa ad appena 23 settimane di gestazione, tra il quinto e il sesto mese di gravidanza. Nessuno era ancora pronto ad accogliere l’ultima arrivata di Vendrogno, paese di 300 abitanti tra il lago e la Valsassina, almeno non così presto. Lei del resto non ha fornito alcun segnale del lieto evento imminente e la giovane mamma Silvia Zucchi di 24 anni con il papà Cristian Vitali di 26 non sono neppure riusciti a correre in ospedale. Non hanno potuto fare altro che chiedere aiuto ai soccorritori del 118, ma quando i sanitari dell’autoinfermieristica e i volontari del soccorso di Bellano sono arrivati per fornire assistenza al parto prematuro di quasi quattro mesi, la piccola Sharon era già nata in casa. Pesa poco più di mezzo chilo, circa 520 grammi e misura meno di una trentina di centimetri di lunghezza.

Adesso è ricoverata sotto strettissima osservazione in una incubatrice del reparto di Terapia intensiva neonatale dell’Alessandro Manzoni di Lecco, dove sia lei, sia la madre, sono stati trasferiti d’urgenza con l’eliambulanza. La piccola Sharon sta lottando con tutte le sue energie per continuare a vivere: solo resistere ad appena 23 settimane di gravidanza, quando il corpicino non è ancora completamente sviluppato, è quasi un’eccezione, emettere i primi vagiti e respirare autonomamente come invece ha fatto lei è un vero e proprio miracolo.

«È viva, non possiamo aggiungere altro, non c’è nulla di più che si possa dire poiché si tratta veramente di un caso limite, dove i giorni in più o in meno di gestazione segnano veramente la differenza – spiegano dalla Terapia intensiva neonatale del Dipartimento materno infantile del dottor Roberto Bellù dell’Asst lecchese, dove sono abituati ad occuparsi quotidianamente di bimbi nati prematuri, ma non così tanto che si contano sulle dita di una mano in tutta Italia -. Determinanti risulteranno le prossime settimane». «Siamo vicini ai suoi genitori in questo momento delicato e facciamo tutti il tifo per Sharon, da noi ogni fiocco rosa è una benedizione, le nascite sono massimo 3 o 4 all’anno», commenta il sindaco di Vendrogno Leonardo Enicanti.