Olginate, Stefano Valsecchi a giudizio con lo sconto

Rito abbreviato per l’imprenditore calolziese accusato del delitto di Salvatore De Fazio, freddato a colpi di pistola

Stefano Valsecchi, 54 anni in manette scortato dagli agenti

Stefano Valsecchi, 54 anni in manette scortato dagli agenti

Olginate (Lecco) - Sarà giudicato in tribunale a Lecco con rito abbreviato Stefano Valsecchi, 54 anni, imprenditore di Calolziocorte, accusato del delitto di Salvatore De Fazio, 47 anni, freddato con tre colpi di pistola il 13 settembre scorso a Olginate, e del ferimento del fratello Alfredo De Fazio, 50 anni. I reati contestati a Stefano Valsecchi sono: omicidio volontario, tentato omicidio e porto illegale in luogo pubblico di arma da fuoco. Il sostituto procuratore Paolo Del Grosso aveva chiesto e ottenuto dal Gip Paolo Salvatore il giudizio immediato per Stefano Valsecchi e fissato per il prossimo 23 settembre il processo in Corte d’Assise a Como.

Il legale di Valsecchi, l’avvocato Marcello Perillo, ha scelto il rito alternativo e l’udienza preliminare è stata fissata al prossimo 29 giugno davanti al giudice Salvatore Catalano. Saranno parti lese nel processo la moglie e i figli di Salvatore De Fazio e il fratello Alfredo, assistiti dall’avvocato Nadia Invernizzi, le sue cinque sorelle e la madre Rosina Aloe, rappresentate dall’avvocato Luciano Bova. L’omicidio, avvenuto nella frazione Santa Maria La Vite di Olginate, è stato un regolamento di conti e nelle indagini i carabinieri scoprirono che il tutto era nato per una lite – avvenuta la notte prima - tra i figli di Valsecchi e De Fazio.

All’appuntamento per un chiarimento, fissato all’ora di pranzo del 13 settembre, Valsecchi si presentò con tanto di pistola e sparò, come emerso da autopsia e perizia, tre colpi, di cui uno al torace e due alla testa fatali al 47enne e ferì gravemente il fratello Alfredo. Poi Stefano Valsecchi fuggì e si costituì dopo otto giorni di latitanza. Nell’interrogatorio davanti al giudice delle indagini preliminari Paolo Salvatore, Stefano Valsecchi dichiarò: "Ero arrabbiato per quanto successo la notte prima a mio figlio, sono andato all’incontro con la rabbia in corpo, volevo un chiarimento forte". Il 29 giugno la sentenza su un delitto che ha scosso il territorio lecchese. Con il rito abbreviato, in caso di condanna, il giudice ordina la riduzione di un terzo della pena per i delitti. L’ergastolo viene sostituito con la reclusione a 30 anni.