Valmadrera, l'inceneritore si spegne per sei mesi

Rifiuti bruciati altrove per i lavori di manutenzione per oltre 11 milioni. Gli ambientalisti: "E' la prova che può essere chiuso"

Una delle tante manifestazioni contro l’inceneritore di Valmadrera

Una delle tante manifestazioni contro l’inceneritore di Valmadrera

Valmadrera, 29 gennaio 2019 - L'inceneritore di Valmadrera è spento. Non perché gli ambientalisti abbiano vinto la loro battaglia contro il termovalorizzatore di Silea i cui fumi ricadono su un territorio in cui abitano 30mila persone, la municipalizzata per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani in provincia, semmai perché sono in corso alcuni interventi di manutenzione e potenziamento, una volta terminati i quali gli altiforni per bruciare la spazzatura verranno nuovamente accesi. «Ha preso il via nei giorni scorsi a Silea il cantiere per i lavori di sostituzione del turboalternatore e della tramoggia di carico dei rifiuti – spiegano da Silea - Contestualmente si provvederà alla manutenzione ordinaria delle caldaie sulle due linee dell’impianto di termovalorizzazione». Si tratta di interventi che dureranno almeno sei meni.

Nel frattempo i rifiuti urbani residuali, cioè gli indifferenziati raccolti nel sacco trasparente e gli ingombranti provenienti dalle piattaforme ecologiche comunali, sono smistati e smaltiti altrove, in altri impianti regionali «In questo periodo ricorreremo ai canali del Mutuo soccorso regionale», spiegano sempre da Silea. È stato preventivato un investimento di oltre 11 milioni di euro per i lavori. In realtà il conto sarà molto più salato. Per bruciare l’immondizia altrove e per comperare l’energia elettrica che non potrà essere prodotta dall’incenerimento dei rifiuti, si stima una spesa di ulteriori altri 2 milioni di euro. «Se l’inceneritore di Valmadrera può rimanere fermo per 6 mesi senza creare emergenze, significa che il forno può essere spento definitivamente da subito – chiede però Stefano Fumagalli, presidente del Circolo ambientale Ilaria Alpi -. Riteniamo assolutamente illogico, oltre che fortemente dispendioso per un’azienda pubblica qual è Silea, l’aver programmato il costosissimo intervento di sostituzione della turbina a fronte del fatto che il forno potrebbe essere spento, fin da ora. Così come è ancor più assurdo l’aver approvato, da parte dei Comuni soci, il progetto del teleriscaldamento che costerà diverse decine di milioni e che avrà come effetto quello di prolungare artificiosamente la durata del forno per altri anni».