Un compleanno speciale nell’ex fortino della mafia

Lecco, “Fiore-cucina in libertà“ festeggia stasera i cinque anni di attivi e alla cena anche Davide Pati responsabile dei beni confiscati di Libera

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di Daniele De Salvo

Il fiore della legalità ha resistito alla siccità della crisi economica, della pandemia da Covid-19 e del caro-bollette e continua a crescere e sbocciare.

Compie 5 anni il ristorante e pizzeria “Fiore–cucina in libertà“, realizzato nell’ex fortino del capo dei capi della ‘ndrangheta lecchese. Ai suoi tavoli non siedono più il boss Franco Coco Trovato, che lì è stato arrestato il 31 agosto 1992 e che ora a 74 anni sta scontando il fine pena mai al 41 bis, né i suoi quartini, picciotti e vangelisti per pianificare omicidi, ordinare spedizioni punitive e gestire il traffico di droga e armi, riciclare soldi sporchi.

Lì, dall’1 aprile 2017, si accomodano impiegati per la pausa pranzo, studenti per cene in compagnia, tanti giovani, papà, mamme e figli per serate in famiglia, amministratori locali, esponenti delle istituzioni e tanti cittadini per assaporare il gusto di piatti delle tradizioni territoriali e nazionali, ma soprattutto della legalità appunto, insieme a quello della solidarietà e del riscatto perché in sala e in cucina lavorano una dozzina di persone svantaggiate.

Alla festa di compleanno in programma questa sera, imbandita dallo chef Enrico Derflingher presidente dell’Unione europea dei cuochi, sono invitati 80 giovani per incontrare Davide Pati, responsabile dei beni confiscati dell’associazione Libera e confrontarsi sul riuso dei beni confiscati, come l’ex Wall Street.

"Investiamo sui giovani perché il futuro è una capacità culturale – spiega Thomas Emmenegger, presidente della cooperativa sociale “La fabbrica di Olinda“ di Milano a cui è affidata la gestione del bene confiscato nel 1994 -. L’orientamento al futuro non è un talento che nasce con noi, ma un allenamento che si può acquisire e plasmare con gli strumenti della cultura, della formazione e dell’esperienza pratica".

Con loro, per spegnere le candeline sulla torta, ci sono anche il sindaco Mauro Gattinoni, molti assessori e la presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi.

Assente, purtroppo, invece Paolo Cereda, che era il coordinatore lecchesi di Libera, scomparso a 54 anni pochi mesi dopo aver visto sbocciare il “Fiore“ che lui più di tutti ha coltivato e innaffiato. In tanti a Lecco avevano creduto nel progetto di riportare in vita e alla legalità quello che era stato il simbolo dello straportere criminale. Nel marzo 2015 anche Rita Borsellino aveva fatto visita al cantiere della pizzeria rinnovata insieme all’allora segretario della Cgil di Lecco Wolfango Pirelli.