Covid Lecco, paziente di 72 anni: “Terapia intensiva occupata, così non mi operano"

L’intervento è subordinato alla disponibilità di posti in Rianimazione occupata da malati di Covid

Domani dovrebbero operarlo. Il condizionale però è d’obbligo: l’intervento a cui dovrebbe essere sottoposto per salvargli la vita è infatti subordinato alla disponibilità di posti letto nel reparto di Rianimazione, che è pieno di pazienti malati gravi di Covid non vaccinati o che non hanno completato il ciclo vaccinale. A dover finire, forse, sotto i ferri è Giuseppe Scuderi, lecchese di 72 anni, ricoverato da settimane in ospedale al Manzoni di Lecco. "Mercoledì dovrebbero operarmi, ma soltanto se si libera un posto letto in Terapia intensiva, che è occupata dai malati di Covid, compresi i no vax", conferma il pensionato. In base agli ultimi bollettini medici i pazienti Covid positivi in Terapia intensiva sono 10, in aumento rispetto alle precedenti settimane: 8 non sono vaccinati, gli altri 2 sì ma non con la terza dose booster di rinforzo e le prime due somministrate parecchi mesi fa, con la copertura quindi ormai molto scarsa perché è passato troppo tempo. Inoltre a causa del dilagare della pandemia in corsia, sia tra i degenti sia tra medici e operatori sanitari, sono stati cancellati tutti gli interventi chirurgici d’elezione, cioè quelli programmati e programmabili, perché si riescono a garantire solo le operazioni urgenti e quelle oncologiche, come quella a cui dovrebbe essere sottoposto il 72enne lecchese, a cui per un tumore deve essere asportato "tutto lo stomaco dall’esofago in giù e ricostruito fino al duodeno", spiega. "Per colpa dei nostri governanti che non hanno avuto il coraggio di imporre l’obbligo vaccinale, prima non mi hanno diagnosticato subito il cancro di cui soffro e adesso rischia di saltare l’intervento a cui devo essere sottoposto", prosegue Giuseppe Scuderi, che punta il dito anche contro la privatizzazione e lo smantellamento della sanità pubblica. Daniele De Salvo