Sparatoria di Olginate: ricerche a tappeto, ma il killer è un fantasma

Valsecchi è in fuga ormai da una settimana. Dubbi che sia morto, ma per gli inquirenti "nessun elemento lo fa pensare"

Per catturare l’omicida è stata istituita una task force

Per catturare l’omicida è stata istituita una task force

Olginate (Lecco), 20 settembre 2020 - Il killer di Olginate non si trova. È ancora una primula rossa il Stefano Valsecchi, 54 anni, che domenica scorsa in strada e in pieno giorno ha freddato a colpi di pistola, sparandogli a tradimento, Salvatore De Fazio di 47 anni e ferito gravemente il fratello di 3 anni più grande Alfredo, “colpevoli” di essere il padre e lo zio dei due ragazzi che avevano massacrato di botte il figlio di Valsecchi. Come sia possibile che un piccolo imprenditore edile con qualche vecchio precedente per furti e rapina, considerato alla stregua di un balordo di provincia e non certo un pericoloso criminale legato ad una organizzazione malavitosa, sia riuscito da solo a procurarsi una pistola, trovare il coraggio di premere il grilletto in stile agguato mafioso e beffare decine e decine di carabinieri e poliziotti che gli stanno dando la caccia in tutta Italia, non si sa.

L’altra mattina all’alba i militari in assetto operativo hanno anche compiuto un’incursione in forze a casa sua, ma il blitz non ha portato a nulla. In diversi sospettano che Valsecchi possa aver compiuto un gesto estremo, oppure che qualcuno lo abbia già rintracciato prima degli investigatori e abbia sistemato la faccenda alla propria maniera e non proprio in termini di legge. Tesi respinte dagli inquirenti: "Non disponiamo di alcun elemento che possa indurci a ritenere che sia morto", taglia corto il colonnello Claudio Arneodo, vicecomandante dei carabinieri del Comando provinciale di Lecco, alla guida della task-force incaricata di catturare il “latitante”. Il quale difficilmente potrebbe essere in fuga da una settimana senza averla preparata prima e senza l’appoggio di qualche fiancheggiatore.

La moglie, però, giura di non averlo più né visto, né sentito, lo stesso gli altri familiari e gli amici più stretti. "Deve costituirsi, non ha possibilità di scampo", è l’appello che gli rivolge l’avvocato di fiducia Marcello Perillo. Intanto ieri è stato celebrato il funerale della sua vittima, a cui hanno partecipato centinaia di persone in un paese blindato per paura di tensioni tra le famiglie e nell’ipotesi che magari l’assassino si presentasse per continuare la vendetta.