Smascherati i ricettatori della banda italo-albanese

È un negozio che compra ora usato nel Milanese. Le indagini proseguono

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I carabinieri hanno individuato dove veniva piazzato e rivenduto il bottino dei colpi in serie messi a segno dall’ex guardia carceraria arrestata in settimana insieme ad altri quattro complici albanesi. È un negozio di oro usato di un paese della provincia di Milano. Gli investigatori del Nucleo operativo della compagnia di Merate l’altra notte hanno compiuto una retata nel negozio dove hanno trovato almeno parte della refurtiva: si tratta di anelli, collane, bracciali e altri gioielli, che i titolari dell’attività hanno comperato illegalmente sottocosto e che avrebbe fuso tutti insieme in lingotti da smerciare a peso, che probabilmente è la sorte che è stata riservata a buona parte dei preziosi rubati di cui si sono ormai perse le tracce e difficilmente verranno mai ritrovati. Il compro oro è stato chiuso e probabilmente ai proprietari, che sono stati denunciati per ricettazione aggravata, verrà ritirata per sempre la licenza. I militari sono arrivati fin lì durante i lunghi pedinamenti per tenere d’occhio i 5 ladri che in pochi mesi hanno compiuto una cinquantina di razzie tra Merate, Imbersago, Montevecchia, Olginate, Calco, Valghegrentino, Garlate, Calolzio, Carenno, Villa d’Adda, l’Isola bergamasca e le province di Como e Monza, razzolando un tesoro complessivo dal valore di almeno 100mila euro. Il sospetto è che anche altri topi di appartamenti si siano rivolti agli stessi commercianti per ripiazzare anche loro la refurtiva. Molti dei monili ritrovati non risulta siano stati infatti rubati durante le scorribande compiute dall’ex agente della Penitenziaria, che percepiva pure il reddito della cittadinanza, con gli altri della sua banda. Intanto restano in carcere l’ex poliziotto Davide Sebastiano Lucio Alicata di 56 anni e i quattro albanesi. Per ora devono rispondere di 28 capi di imputazione. D.D.S.