Sanità privata e contratti, lavoratori Rsa Nostra Famiglia: nuova vittoria sugli stipendi

Tribunale del lavoro di Milano, i giudici della Corte di appello hanno respinto il ricorso presentato dai responsabili della struttura che volevano introdurre il trattamento della Rsa di Bosisio Parini (Lecco)

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Bosisio Parini (Lecco) - Lavoratrici e lavoratori della Nostra Famiglia hanno vinto. Di nuovo. Il loro contratto in base al quale devono essere pagati è quello della sanità privata, non quello delle case di riposo, come invece imposto unilateralmente dai vertici dell’associazione a cui fanno capo decine di strutture specializzate in neuropsichiatria infantile in tutta Italia in cui prestano servizio oltre 1.600 dipendenti.

In ballo c’è una differenza di stipendio di 300 euro e in alcuni casi anche 400 euro al mese.

I giudici della Corte di appello del Tribunale del lavoro di Milano hanno respinto il ricorso presentato dai responsabili della Nostra Famiglia, con sede legale a Ponte Labro, ma quartier generale a Bosisio Parini, dove c’è anche l’istituto scientifico Eugenio Medea, contro la sentenza di primo grado pronunciata lo scorso maggio dal giudice del Tribunale del lavoro di Lecco, che ha stabilito appunto che alle lavoratrici e ai lavoratori de La Nostra Famiglia, bisogna applicare il contratto della sanità privata.

Per ora il pronunciamento riguarda solo una dipendente, ma deve essere esteso a tutti i colleghi, a cui devono essere pagate pure le differenze di quanto non correttamente riconosciuto da ottobre 2020 in poi. "Alla Nostra Famiglia avevano scelto in maniera unilaterale di procedere a un cambio di contratto di lavoro per circa 1.600 lavoratrici e lavoratori, da quello della sanità privata verso il contratto Aris Rsa, che prevede trattamenti economici e normativi peggiorativi – spiega il segretario provinciale della Fp Cgil lecchese Catello Tramparulo insieme ai sindacalisti nazionali -. Ancora una volta i giudici confermano il diritto di lavoratrici e lavoratori a vedersi riconosciuto adeguatamente il proprio lavoro e la propria professionalità".

Per i rappresentanti dei 1.600 dipendenti della Nostra Famiglia a vincere non sono solo loro, ma anche tutti i piccoli pazienti che assistono: "Saremo sempre contro chiunque pensi di poter risparmiare sulla pelle di chi ogni giorno con dedizione e professionalità si dedica alla cura delle cittadini e cittadine nel nostro Paese". Dalla Nostra Famiglia al momento non è arrivato alcun commento. La scelta di cambiare contratto di riferimento era stata presa per far quadrare i conti in seguito alla pandemia di Covid e ai finanziamenti pubblici insufficienti e inadeguati per l’attività svolta.