Lecco, Provincia senza soldi: la frana resta dov'è

Servono 300mila euro per sgomberare la provinciale i detriti che si sono abbattutti sulla strada fra Tremenico e Pagnona. Le casse di Villa Locatelli però sono vuote

La frana sulla provinciale

La frana sulla provinciale

Tremenico (Lecco), 10 maggio 2018 - Per sgomberare  i detriti della frana che da ormai una settimana si è abbattuta sulla Sp 67 tra Tremenico e Pagnona in Valvarrone, ripristinare la viabilità e mettere in sicurezza la provinciale rimuovendo tutti i massi che ancora incombono sulla strada si prevede che occorrano almeno 300mila euro. I soldi però mancano, i forzieri di Villa Locatelli sono pressoché vuoti, rimangono in cassa meno di 150mila euro. La speranza è che qualcuno dal Pirellone stacchi un assegno extra, come successo nei giorni scorsi per la Sp 65 al Cainallo, sbarrata ormai dallo scorso dicembre. Gli ultimi fondi che fino all’altro giorno erano ancora disponibili tra le pieghe del bilancio dell’Amministrazione provinciale del resto sono stati destinati all’edilizia scolastica, per sistemare gli edifici dei plessi superiori che cadono letteralmente a pezzi e permettere l’accensione degli impianti di riscaldamento.

«Abbiamo dovuto reperire all’occorrenza 414mila euro – ha annunciato il consigliere delegato Giuseppe Scaccabarozzi in aula l’altra sera durante la seduta di Consiglio provinciale proponendo una apposita variazione all’esercizio finanziario -. Ora l’avanzo è sceso ad appena 147mila euro, sperando siano sufficienti e che non si verifichino altri imprevisti». Proprio per sollecitare i governanti nazionali e regionali a non abbandonare gli enti provinciali, il presidente Flavio Polano ha presentato un documento condiviso con i colleghi di altre zone.

«Le provincie sono fondamentali, specialmente in Lombardia, perché costituiscono una realtà intermedia in grado di coordinare e mediare tra i singoli Comuni e un territorio più vasto», ha spiegato. La mozione è stata approvata all’unanimità, esponenti di maggioranza e di minoranza insieme. «Se questo documento venisse approvato in tutti i Consigli provinciali d’Italia rappresenterebbe la volontà dei cittadini di 1.516 Comuni – ha sottolineato ad esempio dai banchi di opposizione Antonio Pasquini del gruppo di “Libertà ed autonomia” -. Quasi il 90% delle risorse provinciali ci viene sottratto, basterebbe diminuire tale quota per consentire alle province di funzionare bene e di rispondere alle esigenze del territorio».