Progetto antenna per il 5G C’è il comitato cittadini del "no"

È scattata una petizione sul Web che ha raccolto 230 nomi e chiesto l’appoggio ai sindaci

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Tutti utilizzano i cellulari, anche più di uno, ma nessuno accetta le antenne fuori casa. È l’effetto Nimby, acronimo di "Not in my back yard", cioè "Non nel mio cortile". Succede anche a Osnago, dove, ai margini del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, verrà installata un’antenna alta 34 metri per la telefonia mobile che i residenti della zona non vogliono. A impiantare il traliccio saranno i tecnici di Iliad, che utilizzeranno tecnologia 5G. Dal Comune preferirebbero che l’antenna venga eventualmente posizionata in una zona lontana dal centro urbano, a ridosso della ex Statale 36. Peccato che le normative equiparino le infrastrutture per le telecomunicazioni a impianti di pubblica utilità: possono quindi essere posizionate in pratica ovunque, fatto salvo il nulla osta da parte dei funzionari di Arpa, che lo hanno concesso, e di Ats che si sono chiamati fuori dalla questione perché non competenti in materia. Per provare a fermare in extremis l’installazione dell’antenna è stato costituito un comitato, il Comitato di tutela della salute pubblica. È stata inoltre lanciata una petizione online, al momento sottoscritta da circa 230 persone. "Senza aver chiesto il parere della popolazione, un’antenna di tecnologia 5G alta 34 metri potrebbe comparire sul confine tra Osnago e Cernusco a poche decine di metri da abitazioni, uffici, aziende, campi coltivati da agricoltori, supermercati, senza avere il dubbio che ci possa essere un effetto negativo sulla salute dei cittadini - si legge nel testo della petizione -. Potrebbe essere solo l’inizio di una rete di strutture elettromagnetiche capillari in cui saremmo immersi". I firmatari del documento chiedono ai sindaci del Meratese "di attivarsi per predisporre immediatamente nuovi regolamenti che dichiarino il loro territorio zona sensibile" e quindi vietato alle antenne per cellulari. D.D.S.