Lecco, poliziotto morto in servizio: "Poteva esser salvato? Si faccia chiarezza"

È la richiesta avanzata dal legale dei genitori dell’agente della Polstrada di Bellano morto il 3 febbraio 2017

Francesco Pischedda

Francesco Pischedda

Lecco, 26 marzo 2019 - «Chiedo che si indaghi per fare chiarezza sul decesso e se Francesco Pischedda poteva essere salvato». È la richiesta avanzata dall’avvocato Vittorio Delogu, legale dei genitori dell’agente della Polstrada di Bellano morto il 3 febbraio 2017 dopo essere precipitato da un cavalcavia della statale 36 inseguendo un malvivente che, a bordo di un furgone, con un complice, non aveva rispettato l’alt imposto dalla pattuglia. 

Nello specifico l’avvocato Vittorio Delogu, che assiste i genitori di Francesco, mamma Diana e papà Giovanni, giunti appositamente dalla Sardegna, ha insistito affinché il giudice delle udienze preliminari, Salvatore Catalano (l’accusa era condotta dal Pm Paolo Del Grosso) disponga ulteriori accertamenti su eventuali ritardi nei soccorsi. «Nutriamo dubbi sui tempi e sul tipo di intervento effettuato dalla persona che ha ricevuto la richiesta di intervento». Il punto su cui verte il fascicolo è sulla tempistica dei soccorsi e se l’agente poteva essere salvato. Nell’udienza di ieri l’avvocato lecchese Arveno Fumagalli, in rappresentanza anche della figlioletta dei due, ha posto l’attenzione sulla perizia opponendosi alla tesi della Procura che chiede l’archiviazione del caso. L’avvocato Arveno Fumagalli ha insistito nell’approfondimento delle indagini per cercare la verità sul decesso dell’agente della Stradale. Invece il pubblico ministero Paolo Del Grosso ha riproposto, per la seconda volta, la richiesta di archiviazione del fascicolo contro ignoti. Il giudice Salvatore Catalano si è riservato sulla decisione.