Agente morto per arrestare un ladro: la Polizia ricorda Pischedda

Quattro anni fa la tragedia sulla Superstrada. Gabrielli ha inviato una corona di alloro

Francesco Pischedda morì nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2017

Francesco Pischedda morì nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2017

Bellano (Lecco), 4 febbraio 2021 - «Un esempio di profondo valore del servizio e di estremo sacrificio per garantire sicurezza ai cittadini, la libertà e la democrazia nel nostro Paese". A essere indicato dal questore di Lecco Alfredo D’Agostino come un emblema di tutte le donne e di tutti gli uomini della Polizia di Stato è stato ieri Francesco Pischedda, l’agente scelto della Polizia stradale della sottosezione di Bellano di 28 anni, morto nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2017, dopo essere precipitato da un cavalcavia della Super a Piona di Colico per inseguire un ladro intercettato a bordo di un furgone rubato.

Per commemorare il poliziotto, medaglia al valore al merito civile, ieri mattina in occasione del quarto anniversario della sua scomparsa, si è svolta una cerimonia nel piazzale della caserma che adesso porta il suo nome. Al momento hanno partecipato il comandante regionale della Polizia stradale della Lombardia Maria Dolores Rucci, il cappellano don Andrea Lotterio e i suoi colleghi, mentre il capo della Polizia Franco Gabrielli ha inviato una corona d’alloro, un tributo riservato solo agli eroi. Pischi, come lo chiamavano gli amici, risiedeva a Nuova Olonio di Dubino, con la madre di sua figlia che all’epoca aveva 10 mesi.

Per la sua morte nessuno è stato ritenuto colpevole, né il moldavo che lo ha trascinato dietro di sé nel baratro giù dal ponte della 36 nel baratro, né gli altri dei fuggitivi: uno dei tre non è stato nemmeno mai fermato, mentre gli altri due sono stati poi rimessi in libertà. Anche la posizione dei sanitari del 118 che hanno impiegato quasi due ore a trasferirlo in ospedale è stata archiviata. "Era partito per dare il suo aiuto alla sua terra, gli avevano dato le mostrine e le stelle e quando gli dissero di andare avanti troppo lontano si spinse a cercare la verità – lo ricorderebbe Fabrizio De Andrè con la sua canzone "La ballata dell’eroe" - Ora che è morto la patria si gloria d’un altro eroe alla memoria".