Lecco, giovane nigeriana morta dopo il parto: aperta un’inchiesta

Cynthia Oui era sopravvissuta a miseria, guerre e al mare

Cynthia Oui, migrante di 24 anni

Cynthia Oui, migrante di 24 anni

Olginate (Lecco) -  È sopravvissuta alla miseria, a guerre e violenza tra bande, ad un viaggio della speranza attraverso metà continente africano, alla traversata del Mediterraneo su una carretta del mare, a discriminazioni religiose ed etniche, ma non al parto per mettere al mondo sua figlia. Cynthia Oui, migrante di 24 anni originaria della Nigeria, è morta nei giorni scorsi all’ospedale di Lecco subito dopo la nascita della sua primogenita che ha avuto una mamma solo per poche ore. Sulle cause del lieto evento che si è trasformato in un dramma i magistrati della Procura della Repubblica di Lecco hanno avviato un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità, disponendo l’autopsia che è già stata eseguita e acquisendo la sua cartella clinica.

Come lei anche sua madre era morta durante il parto. Cynthia, arrivata in Italia nel 2016, settimana scorsa era stata ricoverata all’Alessandro Manzoni ed era stata operata per essere sottoposta ad un cesareo d’urgenza per improvvise complicanze della gravidanza. La sua piccola grazie al parto d’emergenza e all’estremo sacrificio della mamma a cui è rimasta in braccio solo pochi minuti ora sta bene. Cynthia non ce l’ha fatta: è morta per mettere al mondo la sua primogenita. Il compagno è ospite in un appartamento per richiedenti asilo come lo era lei in provincia di Bergamo. Cynthia non ritornerà mai più nella sua terra nemmeno da morta, nessuno tra i conoscenti ha i soldi per consentire di rimpatriarne il feretro. Subito dopo l’estremo saluto nella chiesa parrocchiale di Olginate, paese dove risiedeva ufficialmente, celebrato ieri dal parroco don Matteo Gignoli e da un pastore evangelico, è stata seppellita nel cimitero locale. Al commiato hanno partecipato le educatrici e gli educatori della cooperativa Itaca che la seguivano, le hanno insegnato l’Italiano e la ospitavano in uno degli appartamenti per migranti che gestiscono, le volontarie che l’aiutavano e soprattutto veramente tanti connazionali. Per impedire assembramenti sono dovuti intervenire anche i carabinieri, gli agenti della Locale e i poliziotti della questura.