Maltempo a Lecco, l'emergenza resta: 250 persone ancora sfollate

Il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli sostiene la decisione del prefetto Michele Formiglio dell'evacuazione di massa

La diga di Pagnona

La diga di Pagnona

Lecco, 14 giugno 2019 – Duecentocinquanta persone hanno trascorso la seconda notte consecutiva fuori casa dopo essere state sfollate in seguito all'alluvione che l'altra mattina ha travolto l'Alto Lario, la Valsassina e la Valvarrone. Mentre a Dervio tutti gli sfollati hanno potuto rientrare nelle proprie abitazioni, in 197 a Primaluna e una cinquantina a Premana al momento sono ancora obbligati a chiedere ospitalità a familiari ed amici, piuttosto che in strutture ricettive della zona. IL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE - Il capo del dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, che ieri pomeriggio ha effettuato un sopralluogo con un sorvolo delle aree disastrate per rendersi conto di persona della situazione, ha plaudito alla decisione del prefetto di Lecco Michele Formiglio di ordinare l'evacuazione di massa, soprattutto di Dervio, per il pericolo che la diga di Pagnona a monte del paese cedesse o tracimasse. “Siamo impegnati tutti insieme per risolvere quanto prima l'emergenza e per garantire piena agibilità e sicurezza a questo territorio”, ha inoltre garantito. LO STATO DI EMERGENZA - Nonostante il peggio sia passato la situazione resta estremamente critica, solo per riuscire a sgomberare le tonnellate e tonnellate di detriti e fango e ripulire strade e collegamenti ci vorrà parecchio tempo e anche molti soldi. Per questo l'assessore regionale al Territorio e Protezione civile Pietro Foroni sta accelerando al massimo l'inter per ottenere il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale: “Occorre procedere il più celermente possibile al ripristino della normalità e contestualmente alla stima dei danni”. “Aspettiamo l'imminente dichiarazione dello stato di emergenza – aggiunge il senatore leghista lecchese e vicequestore di Palazzo Madama Paolo Arrigoni - I presupposti ci sono: ingenti danni e molti evacuati”