Lavori sulla linea ferroviaria Milano-Lecco, un disastro

Ritardi di due ore e mezza e cancellazioni. "Siamo allo sbando", protestano i pendolari

Pendolari lecchesi

Pendolari lecchesi

Lecco, 12 dicembre 2018 - I lavori di manutenzione in programma di notte da parte dei tecnici di Rfi sono durati più del previsto e la tratta ferroviaria tra Lecco e Colico non è stata riaperta in tempo per le corse del mattino. Un guasto ad un treno ha poi peggiorato ulteriormente una situazione già tragica per i pendolari lecchesi e brianzoli, che anche ieri sono rimasti a piedi e hanno viaggiato stipati su vagoni affollati come carri bestiame, almeno chi in carrozza è riuscito a salirci, perché in centinaia non sono neppure riusciti a trovare un posto e sono rimasti a terra in banchina.

L’ennesimo martedì di passione sulla linea regionale Milano – Lecco – Sondrio e sulla locale Milano – Lecco via Carnate è cominciato all’alba delle 7 con la comunicazione «del prolungarsi dei lavori di manutenzione e tardata riattivazione della linea tra le stazioni di Lecco e Colico, quando molti studenti e lavoratori erano ormai già pronti in stazione per raggiungere il luogo di studio o di lavoro. Non si è trattato però che dell’inizio del disastro: tramite gli altoparlanti e i monitor di servizio sono stati infatti poi annunciati in serie ritardi di oltre due ore e mezza, cancellazioni, variazioni di percorso, attesa di coincidenze mancanti e corrispondenze, guasti e la necessità di precedenze ad altri convogli in marcia. I pendolari in attesa hanno così preso d’assalto i primi treni di passaggio, approdati però ad Airuno, Olgiate Molgora, Cernusco Lombardone e Osnago già pieni e via via sempre più sovraffollati. In centinaia non hanno così trovato posto in carrozza, e sono stati obbligati ad attendere le corse successive, anch’esse però già sature, con scene degne delle ferrovie indiane.

«Siamo allo sbando – denuncia Francesco Ninno, portavoce del Comitato dei pendolari del Meratese –. È una situazione vergognosa. In molti non sono riusciti a salire sul treno e in tanti hanno dovuto ancora una volta rinunciare ad andare al lavoro o ad arrivare puntuali. Chi invece è riuscito ad ammassarsi sui vagoni ha veramente rischiato di sentirsi male». «Treni stracolmi, centinaia di pendolari a terra... È stato l’apice, sebbene siano ormai settimane che il servizio si sta costantemente sfibrando – aggiunge il sindaco di Osnago Paolo Brivio, anche lui un pendolare e anche lui rimasto in banchina –. Chiudete Trenord, vogliamo un altro gestore del servizio ferroviario». La circolazione è tornata quasi alla normalità solo in tarda mattinata, con ripercussioni che però si sono protratte in alcuni casi fino al primo pomeriggio, con un bilancio pesantissimo tra ritardi, soppressioni e variazioni di orario e di punti di arrivo e partenza.