REDAZIONE LECCO

L’esempio non viene dagli adulti. Rissa tra genitori al supermercato per il figlio bullizzato a scuola

Calco, le mamme e i papà dei ragazzi si sono presi a calci e pugni. L’intervento della Polizia locale ha evitato che lo scontro degenerasse.

I carabinieri sono intervenuti per dividere i genitori ed evitare che rissa degenerasse ulteriormente

I carabinieri sono intervenuti per dividere i genitori ed evitare che rissa degenerasse ulteriormente

Prima i figli, poi i genitori. L’altra sera i genitori di alcuni ragazzini delle medie si sono affrontati e picchiati in strada a Calco. Da un lato il padre e la madre di uno studente delle medie di soli 13 anni preso di mira da tre bulletti di classe, dall’altra i genitori di uno dei tre bulli che poi hanno chiamato alcuni parenti a dar manforte. Per separarli tutti ed evitare che la situazione degenerasse ulteriormente sono dovuti intervenire in forze carabinieri e agenti della Polizia locale, ma anche soccorritori di Areu con i volontari della Croce bianca di Merate. I genitori dei tre bulli erano già stati convocati sia a scuola, sia in comune dalle assistenti sociali, per avvisarli che del comportamento dei loro figli nei confronti di un compagno di classe, preso di mira con sfottò, insulti, vessazioni, ricatti. A quanto pare però è servito a poco, se non a nulla, perché i tre hanno continuato, se possibile con ancor più prepotenza. Quando venerdì sera la mamma della vittima e la mamma di un bullo si sono incrociate al supermercato hanno cercato di sistemare la faccenda tra loro: non è tuttavia finita come auspicavano. "Lascia stare mio figlio, non lo devi nemmeno nominare", la reazione della madre di uno dei tre ragazzi. Dai tentativi di chiarimenti le due mamme sono così passare alle parole grosse prima e alle mani poi, con il successivo intervento dei mariti, uno dei quali ha rimediato un ceffone dritto in faccia, e di altri familiari ancora.

Sul posto si sono precipitati a sirene spiegare e lampeggianti accesi i militari e i poliziotti della Municipale di almeno quattro pattuglie, più i soccorritori di un’autoambulanza. Separati i contendenti e placati gli animi, ognuno se ne è andato per la propria strada. Almeno per ora. Il timore è che domani, al ritorno a scuola, a pagarla possa essere di nuovo il 13enne. D.D.S.