
Elena Ghezzi
Lecco, 3 ottobre 2021 – La vicepresidente nazionale del Movimento Donne Impresa di Confartigianato in affari con i gli “uomini d'onore” della 'ndrangheta. Per questo contro la sua cooperativa di consulenza e formazione è stata emessa una interdittiva antimafia. Non potrà più ricevere contributi pubblici. Il provvedimento contro la lecchese “Global form” di Elena Ghezzi, 59 anni, è stato firmato dal prefetto di Lecco Castrese De Rosa.
Il nome della vicepresidente del movimento che rappresenta 85mila donne che guidano imprese artigiane compare in diversi atti giudiziari. Ad esempio è finito nei faldoni dell'inchiesta “Metastasi” conclusasi con una maxi retata nel 2014 per arrestare il fratello ed erede del boss Franco Mario Trovato, il sindaco dell'epoca di Valmadrera Marco Rusconi e il consigliere comunale di maggioranza di Lecco Ernesto Palermo. Più di recente invece la rappresentante delle artigiane è rimasta coinvolta nell'indagine “Cardine – Metal Money” sull'impero milionario costruito sul traffico di rifiuti radioattivi, estorsioni, frodi ed evasioni del boss compare Cosimo Vallelonga. Gli esperti del Gia, il Gruppo interforze antimafia coordinato dalla capo di gabinetto della prefettura Marcella Nicoletti e composto da investigatori di carabinieri, questura, finanza e Dia, hanno inoltre raccolto molti altri elementi che fanno temere il rischio di infiltrazioni criminali. Nonostante i precedenti noti a tutti, a luglio Elena Ghezzi è stata comunque eletta come numero due appunto del Movimento Donne Impresa di Confartigianato. Si tratta della sedicesima interdittiva nell’ultimo anno e della ventiseiesima negli ultimi 24 mesi.
“L'attività di prevenzione amministrativa è fondamentale per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto produttivo legale – spiega il prefetto De Rosa - Il mondo delle imprese deve essere attento, specie ora con le ingenti risorse del Pnrr che affluiranno nel circuito produttivo legale, a rompere il cordone ombelicale con quanti continuano ad intrattenere rapporti di affari con ambienti noti della criminalità organizzata di questo territorio. Le Associazioni di categoria devono preservare interessi della stragrande maggioranza degli imprenditori seri che rappresentano in via esponenziale. Dal canto nostro proseguiremo su questo fronte per tutelare, con tutti gli strumenti che l'ordinamento ci offre, l'economia di questo territorio”.