Un Tintoretto in mostra a Lecco: il regalo di Natale della parrocchia alla città

L'Annunciazione dipinta dal Tintoretto in mostra a Lecco dal 6 dicembre per riflettere sull'avvento e sul Natale

L'Annunciazione del Doge Grimani dipinta da Tintoretto

L'Annunciazione del Doge Grimani dipinta da Tintoretto

Lecco, 31 Ottobre 2019 - Tintoretto a Lecco per l’Avvento e il Natale. Nel cinquecentesimo anniversario della nascita del maestro veneziano Jacopo Robusti vissuto tra il 1519 e1594 arriva in città l’Annunciazione del Doge Grimani, un capolavoro maestoso, carico di significati spirituali e di segreti artistici.

EVENTO ECCEZIONALE - Si tratta di un evento unico per gli amanti dell’arte perché questa Annunciazione, di proprietà di un collezionista privato, solo tre volte negli ultimi cento anni è andata esposta pubblicamente. Il capolavoro di Tintoretto sarà esposto nella sala della fototeca del Palazzo delle Paure, sede espositiva comunale, dal 6 dicembre al 2 febbraio 2020. Il vernissage è in programma il 5 dicembre alle 18, nella vigilia della festa patronale di San Nicolò. Il carattere eccezionale dell’evento artistico è dato inoltre da alcune scoperte emerse nel corso dell’accurata indagine del dipinto, compiuta in vista dello spostamento a Lecco, attraverso una approfondita campagna fotografica. L’allestimento, che prevede l’utilizzo delle più avanzate tecnologie multimediali, è stato studiato per favorire un incontro “per gradi” all’opera, con un’attenzione alla valorizzazione e all’approfondimento di tutti i suoi aspetti iconografici e dei loro relativi significati.

IL PARROCO - L'obiettivo di monsignor Davide Milani, prevosto della parrocchia di San Nicolò della Comunità pastorale Madonna del Rosario è offrire una particolare riflessione sul mistero cristiano del Natale, in particolare su Dio che grazie al “si” di una donna assume la natura umana e diventa partecipe della nostra vicenda terrena. L’iniziativa si intitola“ Il Mistero nell’Arte” ed è promossa in collaborazione con il Comune di Lecco. Viene proposta quest’anno per la prima volta ma intende diventare un appuntamento fisso, grazia alla collaborazione di numerosi sostenitori del territorio che hanno creduto nel progetto.

“La parrocchia di San Nicolò e la comunità pastorale Madonna del Rosario di Lecco hanno pensato l’iniziativa come occasione per raccontare a tutta la città, al suo territorio e a tutti coloro che verranno a Lecco attratti da questo capolavoro unico lo straordinario presente nelle celebrazioni cristiane del Natale – spiega monsignor Davide Milano -. Il nostro desiderio è di avere un luogo di incontro dentro la città, al di fuori della chiesa, dove posare la grandezza di un Dio che per manifestarsi all’uomo non progetta un segno potente e terribile, ma decide di diventare uomo come tutti gli uomini, anzi bambino. E per farlo domanda questa possibilità all’uomo stesso, a Maria. Una donna che con un piccolo ma decisivo “si” cambia la storia del mondo. Con questa mostra vogliamo offrire la possibilità a tutti, mediante il linguaggio universale dell’arte, di riflettere e confrontarsi sul significato che origina il Natale, il suo ripetersi ogni anno, ridando a queste giornate il loro unico ed insostituibile centro: il Dio fatto uomo! In questa straordinaria e impegnativa avventura sono preziosi compagni di viaggio le amiche e gli amici che stanno con me organizzando la mostra, il Comune di Lecco che con intelligenza collabora attivamente, tante aziende e numerosi privati che sostengono economicamente il peso di tutta l’iniziativa. Inoltre, numerosi studenti delle scuole superiori di Lecco, universitari e volontari consentiranno di poter vivere al meglio l'esperienza dell'incontro con l'opera accogliendo ed accompagnando i visitatori durante la visita”.

IL CURATORE  - “L'esposizione straordinaria di un'opera d'arte in occasione del Natale assume una importanza particolare che ci aiuta a ricordare il senso devozionale per il quale questi capolavori nascevano, prima di approdare alle collezioni e ai musei dove li guardiamo oggi – aggiunge il curatore Giovanni Valagussa -. L'Annunciazione di Jacopo Tintoretto eseguita per un ignoto committente veneziano e arrivata a metà Settecento nella raccolta del doge Pietro Grimani è un magnifico esempio di un fatto sacro, descritto con raffinata enfasi e eleganti soluzioni pittoriche, tipiche del linguaggio veloce e turbinoso di Tintoretto, ma al tempo stesso di un fatto calato nella quotidianità di un quieto interno domestico. Per dire ancora una volta che la luce, la qualità sottile della presenza divina si manifesta nella normalità attenta delle cose umane”.

IL DIPINTO - Il dipinto è un olio su tela di 277,5 x 171,5 x 3,5 cm e rappresenta l’Annunciazione a Maria da parte dell’Arcangelo Gabriele. La scena si svolge in una stanza ampia ed elegante, arredata con cura e con una grande finestra a vetri aperta su un paesaggio lontano di montagne. Si notano in particolare il sontuoso inginocchiatoio di Maria, con un Libro d’Ore appoggiato aperto, la cesta con i panni in primo piano e la seggiolina con il cuscino da ricamo. L’angelo che scende in volo ha nella sinistra un giglio candido, segno di purezza e al centro in alto la scena è illuminata dalla colomba dello Spirito che scende in volo in un alone di luce abbagliante.

Ignota la commissione originaria del dipinto, si sa che verso il 1750 apparteneva al doge Pietro Grimani, in carica dal 1741 al 175. In quella collezione fu inciso da Pietro Monaco nel 1763 che nella scritta in calce ne indica già esplicitamente l’attribuzione a Jacopo Robusti detto Tintoretto. Passa poi alla collezione Lechi a Brescia dove si trova intorno alla metà dell’Ottocento, in seguito a Vienna nella collezione Castiglione (1910), da lì in Germania nel 1924 prima a Berlino, poi al Castello di Ramholz quando diviene con altri dipinti proprietà di Hermann Goering e infine alla Alte Pinakothek di Monaco. Venduto dal museo bavarese nel dopoguerra con tutta la ex collezione Goering, il dipinto approda infine in Italia dove viene esposto a Firenze alla Mostra dell’Antiquariato di Palazzo Strozzi del 1967 ed è in seguito battuto in asta nel 1989, passando nella collezione attuale.

Dopo un’importante segnalazione di Roberto Longhi che la giudica un’opera giovanile, l’Annunciazione è sempre stata considerata pienamente autografa. Il vistoso pentimento nella posizione della mano sinistra di Maria, chiaramente visibile nelle indagini all’infrarosso, contribuisce a confermare l’ideazione in prima persona da parte di Jacopo. Per la cronologia è probabile che ci si trovi piuttosto vicino proprio a un’altra versione dello stesso tema, la Annunciazione della Scuola Grande di San Rocco a Venezia, databile tra il 1582 e il 1587.