Fase 2 a Lecco, le montagne restano blindate: i sindaci fanno fronte comune

Si può frequentare i sentieri solo partendo dalla propria abitazione a piedi. Ma sono in contrasto con il decreto legge. Crescono i malumori

Escursionisti

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Lecco, 5 maggio 2020 - Gli 84 sindaci lecchesi tutti alleati indipendentemente dall’area politica e geografia di riferimento, per tenere lontani dai propri paesi sportivi ed escursionisti, a meno che non arrivino a piedi, in bici o monopattino. Vale sia per chi abita in provincia sia per chi vorrebbe arrivare da fuori zona per una scarpinata in montagna, una corsa lungo l’Adda, qualche pagaiata a lago o una passeggiata in mezzo alla natura. Dopo le ordinanze tutte diverse alla vigilia della Fase 2 con cui ognuno che si era arrangiato a proprio modo tra sentieri, ciclabili, monti, fiumi e laghi aperti, chiusi, aperti con riserva, chiusi ma non per tutti, accessibili ma fino a quota neve anzi no fino a 1.400 metri... i primi cittadini hanno così concordato una linea comune. «I sindaci della provincia di Lecco, nessuno escluso, esprimono la loro posizione in merito alla possibilità di svolgere attività motoria – si legge in una nota firmata all’unanimità -. È consentita esclusivamente uscendo dalla propria abitazione a piedi, in bicicletta, in pattini, monopattini».

Tradotto: non si possono usare auto, moto né mezzi di trasporto pubblico per spostarsi dal proprio paese per andare ad allenarsi altrove. Ieri in serata sarebbero stati tuttavia richiamati all’ordine dal prefetto Michele Formiglio, garante del rispetto delle leggi da parte di tutti, nessuno escluso, perché i loro provvedimenti sarebbero parzialmente in contrasto con l’ultimo decreto ministeriali e l’ordinanza regionale e quindi facilmente impugnabili in caso di multe. Anche il solitamente silente consigliere regionale leghista Antonello Formenti li ha bacchettati perché sulla base delle loro disposizioni sono stati sanzionati pescatori pizzicati fuori dal proprio paese di residenza. «L’ordinanza regionale recita chiaramente che è consentita la pratica sportiva nel rispetto della misura del distanziamento interpersonale, con possibilità di spostamento in Lombardia», spiega.