La Sovrintendenza salva i tigli destinati all’abbattimento

Imbersago, i sindaci sono contenti: la strada resterà stretta e non ci saranno i temuti aumenti di traffico

I tigli che crescono a ridosso della Sp 56 a Imbersago sono salvi. Avrebbero dovuto essere abbattuti per allargare la Provinciale. Li hanno graziati i funzionari della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, poiché, sebbene non siano reperti storici né opere d’arte, sono monumenti naturali che tra l’altro caratterizzano il territorio a ridosso della valle dell’Adda. Il progetto elaborato dai tecnici della Provincia di Lecco è stato così respinto ai mittenti, che hanno dovuto realizzarne uno nuovo. Al posto dei 15 tigli di cui era stata decretata la condanna a morte, ne verranno abbattuti 4, ma solo perché, secondo gli agronomi, sono pericolanti.

La Sp 56 non verrà più allargata all’altezza della cosiddetta "curva Moratti", nel tratto adiacente la villa dell’ex patron nerazzurro: invece che portare la carreggiata fino ad un calibro di 7 metri, si procederà esclusivamente alla realizzazione di un muro di sostegno alla strada, per evitare cedimenti della banchina. I sindaci di Imbersago Fabio Vergani, di Brivio Federico Airoldi, Stefano Motta di Calco e Daniele Villa di Robbiate esultano per la salvezza dei tigli, non tanto per questioni ambientali, piuttosto per motivi viabilistici. "Da subito abbiamo espresso la nostra contrarietà all’allargamento di quel punto perché avrebbe significato consentire il passaggio di mezzi pesanti, aumentando il traffico e i pericoli", spiega Vergani. Per questo i 4 sindaci avevano già messo in chiaro che, allargamento o meno, non permetteranno mai che da lì passino autoarticolati, autosnodati, autotreni e veicoli da più di 20 tonnellate di stazza, vanificando a priori l’intervento da 600mila euro. D.D.S.