La provincia che cambia Gli stranieri sono il 9%

Nel Lecchese risiedono 29.183 persone arrivate da tutti i cinque i continent e da una quarantina di nazioni diverse. Fra i problemi quello della casa

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Il mondo intero in provincia di Lecco, che è sempre più multietnica. Nel Lecchese risiedono 29.183 stranieri arrivati da tutti i cinque i continenti e da una quarantina di nazioni diverse. Rappresentano il 9% dei 332mila e rotti abitanti. Non sono mai stati così tanti nell’ultimo decennio, sebbene le cifre siano ancora lontane dai 33mila del 2011, prima delle grandi crisi che li hanno spinti a cercare fortuna e un posto stabile altrove.

Senza di loro la provincia di Lecco sarebbe meno popolosa, soffrirebbe di una denatalità ancora peggiore che la condurrebbe alla progressiva estinzione oltre che allo smantellamento di molti servizi pubblici tra cui le scuole e anche più povera. Quasi la metà – poco meno del 50% - sono africani, il 23% dei europei il 15% dell’Asia, il 12% dell’America e lo 0,5% dell’Oceania. Gli oltre 5mila marocchini, pari al 17% degli stranieri e all’1,5% dei lecchesi residenti, costituisco la comunità straniera più numerosa. Ci sono poi 3mila e passa albanesi, quasi 2.800 senegalesi, 1.400 egiziani, 1.224 ivoriani, 1.100 peruviani, altrettanti kosovari. E ancora: ucraini, burkinabè del Burkina Faso, moldavi, indiani, ecuadoregni, cinesi, nigeriani, tunisini, bengalesi, dominicani, cingalesi dello Sri Lanka, serbi, montenegrini... per citare solo le comunità più presenti. Malgrate è il paese più cosmopolita con 683 stranieri che rappresentano il 16% della popolazione, seguita da Bulciago con il 14%, Airuno, Cernusco Lombardone e Taceno con il 13%. A Crandola ne abitano solo 3, che sono poco più dell’1% degli abitanti, a Premana 8 che costituiscono lo 0,3% e a Pagnona 1, meno dello 0,3%. Solo nel borgo più piccolo d’Italia di Morterone non risultano stranieri. A Lecco sono l’11,5%, a Calolziocorte l’11 e Merate l’8,7%. A tracciare il bilancio sui numeri degli stranieri in provincia è il prefetto Sergio Pomponio, che ha convocato a Palazzo di governo i componenti del Consiglio territoriale per l’immigrazione. "Affascinanti quanto complesse le questioni economico-sociali che riguardano la popolazione immigrata e avvertite come centrali e strategiche in chiave di integrazione – spiega il prefetto - Se, da un lato, si registra una tendenziale soddisfazione per i livelli di occupazione lavorativa dei cittadini stranieri, per l’assenza di fenomeni strutturali di caporalato e per il lavoro svolto dalla prefettura nel disbrigo delle procedure di emersione, permangono problematiche relative ad auspicabili più incisivi livelli di integrazione". Tra le problematiche il prefetto segnala la difficoltà per molti stranieri di stipulare contratti di affitto ad uso abitativo. Daniele De Salvo