L’ustionato nel rogo in casa ora lotta fra la vita e la morte

Lecco, il disabile è al Niguarda in condizioni disperate. L’incendio per una sigaretta caduta sul letto

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di Daniele De Salvo

Versa in condizioni disperate, ma continua a lottare tenacemente per la vita Attilio Gerosa, il 56enne di Lecco che, l’altra notte, è rimasto gravemente ustionato e intossicato in un incendio che gli ha distrutto casa. E’ ricoverato in prognosi estremamente riservata nel reparto del Centro ustioni del Niguarda di Milano. I sanitari che lo assistono lo tengono sedato in coma farmacologico perché non reggerebbe al dolore atroce delle ustioni di secondo grado profondo e terzo che gli hanno devastato il 30% del corpo, in particolare del capo, del torace e delle braccia. Il rischio è quello di infezioni batteriche diffuse a causa della compromissione della pelle che funge da barriera contro gli agenti patogeni e di complicanze renali per il sovraccarico di sostanze tossiche e tessuti morti da smaltire. Le sue condizioni di salute erano tra l’altro già molto compromesse e debilitate, tanto da essere costretto a letto e da dover essere accudito a turno da alcuni amici.

E’ stato proprio uno di loro che lo stava vegliando nel suo appartamento di via Francesco Baracca al Caleotto ad accorgersi del rogo e salvarlo, trascinandolo di peso fuori dall’abitazione, a rischio di rimanere intossicato e di scottarsi anche lui. Il suo alloggio, che si trova in una sorta di sottotetto, non esiste praticamente più, il fuoco si è propagato rapidamente divorando ogni cosa. Anche un appartamento accanto risulta inagibile, le pareti di confine si sono cotte e sciolte a causa delle elevate temperature. "Inizialmente non ci siamo accorti delle fiamme, abbiamo sentito solo odore di bruciato, poi però è scoppiato l’inferno", riferiscono i residenti della zona. I vigili del fuoco hanno dovuto aprirsi un varco nel tetto per riuscire ad aggredire l’incendio e circoscriverlo prima che si propagasse ulteriormente a tutto il complesso residenziale. Hanno impiegato 8 ore per spegnerlo e ripristinare le condizioni di sicurezza. Dai primi accertamenti sembra che a scatenare quel disastro sia stato un piccolo mozzicone di sigaretta acceso, caduto sul letto dalla bocca del 56enne.