Nessuno sapeva. Nella municipalizzata lecchese della spazzatura nessuno sospettava di possibili infiltrati della ‘ndrangheta. Manager e sindaci dei Comuni soci di Silea hanno realizzato che la spa pubblica era diventata "una succursale al Nord delle cosche", come riportato negli atti d’inchiesta, da un’informativa prefettizia a marzo 2021 e, le scorse settimane, quando è scattata una maxi operazione antimafia. Una volta scoperto quanto stava accadendo, sono stati licenziati in tronco i presunti infiltrati: l’ex direttore commerciale e altri 4 affiliati o loro parenti che aveva. "Prima mai nessuna segnalazione in tal senso era stata portata alla nostra attenzione - assicurano da Silea -. Appena ricevuta comunicazione ci siamo attivati per recidere qualsiasi rischio, anche solo potenziale, di infiltrazione mafiosa, attivando le procedure di licenziamento", a costo di finire davanti ai giudici del Tribunale del lavoro. Qualcuno tuttavia sembra avesse notato delle anomalie: incendi dolosi di camion e alcune foto pubbliche postate sui social che ritraevano i dipendenti ora indagati con noti personaggi della mala locale, elementi sfuggiti o insufficienti anche solo per controllare le fedine penali. "Silea non è mai stata coinvolta in procedimenti sulla gestione del ciclo dei rifiuti, notoriamente suscettibile di fatti di rilevanza penale - proseguono da Silea -. Quanto accaduto, è servito per rinforzarci ulteriormente". Eppure alcuni amministratori di spicco dei comuni soci di Silea hanno partecipato a iniziative con l’ex direttore commerciale dopo il suo licenziamento per le frequentazioni pericolose: le immagini sono in rete.
In corso altri accertamenti della Dda. D.D.S.