Il tesoro a Cellino: "Bisogna avere fiducia"

Migration

Colpo di scena nell’inchiesta per presunta frode, esterovestizione e autoriciclaggio a carico del patron del Brescia Calcio Massimo Cellino. La Cassazione ha annullato senza rinvio il mega-sequestro di 59 milioni e rotti di euro (59.118.807,60 a esser precisi) disposto la scorsa estate dal Riesame bis, accogliendo il ricorso dell’imprenditore cagliaritano di casa a Londra che si è sempre detto "onesto e innocente, vittima di strumentalizzazioni". I giudici supremi hanno confermato il blocco solo di un milione di euro riconducibile alla società inglese Eleonora Ltd, sul quale si dovrà pronunciare un terzo Riesame. Bazzecole rispetto all’entità dei beni congelati, e che di fatto esautorava il numero uno delle Rondinelle della conduzione della club, ora di nuovo in sella senza intralci. "Bisogna avere fiducia" ha commentato lui piangendo di gioia. La decisione, arrivata nella serata di giovedì, contraddice la Cassazione dello scorso 25 febbraio che aveva al contrario sposato la tesi del pm Erica Battaglia riconoscendo fondata l’esterovestizione e offrendo il via libera al Riesame bis per il blocco dei 59 milioni. Un tesoro per l’accusa fatto sparire dai radar del Fisco, transitato sul trust ‘The MC family trust number 1’, fondo creato dal mister nelle isole Jersey nel Canale della Manica. Per procura, che ha messo sotto la lente l’intera galassia delle società riconducibili al presidente, fondi neri. Il primo Riesame invece aveva ammesso solo il sequestro di 644.535 euro, ossia la cartella esattoriale emessa delle autorità di Cagliari che il patron del Brescia aveva promesso di saldare. Chiusa l’inchiesta, la pm si appresta comunque a chiedere il rinvio a giudizio. Lunedì invece Cellino affronterà l’udienza preliminare per la presunta turbativa d’asta relativamente all’acquisto del centro sportivo di Torbole.

Beatrice Raspa