Vendono casa per girare il mondo in barca: il sogno della famiglia Barberis è realtà

A settembre la traversata dell’Atlantico fino ai Caraibi

La famiglia Barberis con la barca sullo sfondo

La famiglia Barberis con la barca sullo sfondo

Costa Masnaga (Lecco), 17 giugno 2020 - Mollare gli ormeggi di una routine comoda ma spesso poco appagante per vivere un anno, o forse più, a bordo di una barca a vela con cui girare il mondo. Per coronare il loro sogno Sara e Stefano Barberis non hanno esitato a vendere casa, un loft nel quartiere dell’Ortica a Milano, per comprarsi una barca a vela che li dovrà portare da Gibilterra ai Caraibi insieme ai loro tre bambini, Iago di 11 anni, Nina di 8 e Timo di 3 anni e al loro cane Pepper, un labrador femmina di cinque anni.

«Il sogno di cambiare vita era in cantiere da parecchio tempo", ci racconta Sara che il marito Stefano l’ha conosciuto proprio in riva al mare a Tellaro, paesino che si affaccia sul Golfo dei Poeti. Galeotta la barca a vela che da vent’anni accompagna le loro estati. "Abbiamo sempre cercato di passare almeno un paio di mesi in barca coniugando le nostre proefssioni: mio marito lavora all’Istituto nazionale Fisica Nucleare, io sono una freelance nel settore dei tessuti stampati". La vela, come spesso accade, è divenuta stile di vita. "Abbiamo iniziato a pensare che fosse bello poter vivere con i ritmi della natura, cosa importante per me che sono cresciuta in Brianza, a piedi nudi nel giardino di casa insieme alle galline".

Anche i sogni più belli però hanno bisogno delle gambe per camminare. "Il nostro progetto si scontrava sempre con la parte economica, non siamo figli di papà e nemmeno radical-chic: quello che abbiamo ce lo siamo sudato. Tre anni fa abbiamo deciso di trasferirci in Brianza affittando la casa di Milano per sperare di fare cassa ma ciò non si è avverato". E così arriva la decisione di giocarsi il tutto per tutto: vendere casa per raccogliere i fondi necessari a sistemare Shibumi, un ketch a pozzetto centrale armato a cutter di 56 piedi che i Barberis dalla Grecia riporteranno in Italia, a Bocca di Magra, borgo marinaro in provincia della Spezia.

Alla foce del Magra Shibumi, che in giapponese significa “bellezza discreta“ e che dà il nome anche al loro blog, si sottoporrà a due mesi di restyling per affrontare le onde dell’Atlantico. "L‘idea è quella di partire il 1° settembre prossimo alla volta delle Baleari, prima tappa del viaggio. Poi Gibilterra e quindi l’avventura oceanica toccando Canarie e Capo Verde sfruttando la spinta degli Alisei". L’obiettivo non è tanto quello di mollare tutto. "In realtà non abbiamo bisogno di mollare nulla: abbiamo le nostre abitudini come tutti e ci siamo affezionati. Abbiamo in realtà voglia di testare una vita diversa, che segua il ritmo della natura. In città l’uomo ha la presunzione di comandare tutto, quando sei nella natura lo capisci invece che sei una nullità".

Solcare l’Atlantico con un equipaggio composto anche da tre bambini sarà una sfida ancor più impegnativa. "Al momento è Iago che storce più il naso perchè questa avventura lo distoglierà dalle sue amicizie, però è anche consapevole che farà un’esperienza nuova, unica direi". L’idea della famiglia Barberis è anche quella di trasformare l’imbarcazione in un floating lab, un laboratorio galleggiante per progetti sociali, scientifici e ambientali da sviluppare durante la navigazione, come quello sulle microplastiche e sull’avvistamento dei cetacei. "Stiamo aspettando una risposta dall’ISMAR CNR di Lerici. Sono progetti che i nostri figli seguiranno in parallelo con la scuola. Abbiamo la fortuna di avere una dirigentedell’istituto comprensivo di Costa Masnaga con la mente apertissima". Domani Sara, Stefano e i loro tre figli salperanno col traghetto, destinazione Grecia per l’inizio di una nuova vita. «C’è un misto di emozioni a cominciare dall’orgoglio di poter dire che i sogni si possono realizzare se lotti con il cuore e con i denti. Tra le sensazioni è compresa anche la paura emozionale, che ti prende quando non sai cosa ti aspetta: magari la vita che ci apprestiamo a fare non sarà quella che fa per noi ma ci vogliamo provare perché non si vive due volte". E allora buon vento.