Portato in Algeria dalla madre, il papà: "Ora temo per la sicurezza di mio figlio"

Viganò, la denuncia di Angelo Maggioni dopo aver visto online le foto del piccolo che l’ex moglie si è portato con sé in Tunisia

Angelo Maggioni, 41 anni, di Viganò

Angelo Maggioni, 41 anni, di Viganò

Viganò, 28 gennaio 2020 - Teme che suo figlio di 7 anni, che non vede e di cui non sa più nulla ormai da sei mesi, possa essere stato venduto dalla madre che lo ha rapito e trascinato in Algeria dall’Italia con il pretesto di una vacanza nel suo Paese d’origine. Angelo Maggioni, 41 anni di Viganò, navigando in rete a caccia di informazioni sulla sorte del piccolo Alessio, di cui ha perso le tracce dallo scorso luglio, si è imbattuto in una sua foto molto recente in cui è ritratto con indosso il tagelmust, la una lunga fascia di cotone tipica dei tuareg.

Il turbante gli avvolge il capo e il volto, ma lascia liberi gli occhi castani da cui sembra trasparire una profonda tristezza e un senso di smarrimento se non di paura. «Si tratta di un indumento tipico della fascia subsahariana, lontana dalla zona dove la mia ex moglie abita – racconta disperato e terrorizzato Angelo –. Ho paura che lei lo abbia ceduto ad altri sconosciuti, magari in cambio di denaro. Purtroppo credo ne sarebbe capace». 

Sul caso stanno indagando anche gli investigatori dell’Interpol, che hanno diramato ai poliziotti di mezzo mondo, compresi quelli algerini, immagini segnaletiche del bambino una cosiddetta «Yellow notice», un avviso di ricerca delle vittime di rapimenti, oltre che un mandato di cattura nei confronti della madre che risulta indagata per sequestro di minore. «Non so con chi sia né con chi è, ma dovunque e con chiunque sia spero solo che stia bene, sebbene sia seriamente preoccupato per la sua sorte e le sue condizioni – prosegue il genitore -. E’ un cittadino italiano, dovrebbe essere qui in Italia, a giocare, imparare, frequentare gli amichetti, dove c’è casa sua, la sua famiglia, da dove invece è stato strappato e rapito». 

Il papà è disposto a tutto per suo figlio, anche una sorta di «scambio»: «A chiunque trattiene mio figlio chiedo di liberarlo e di prendere me al suo posto, sono pronto ad andare io da loro in Algeria e a rischiare tutto ciò che c’è da rischiare, non ho paura, purché lascino libero il mio Alessio perché per lui sono pronto e disposto a tutto, contro tutto e tutti». Non si tratta di uno slogan a effetto, ha già presentato istanza per chiedere il visto per il viaggio. «È mio figlio, me lo hanno rubato e forse venduto. Ho diritto di sapere dove sia, con chi e come stia, ho diritto di pretendere che venga liberato e restituito a chi gli vuole bene».