DANIELE DE SALVO
Cronaca

Merate, all’asta il marchio dei costumi "Diana"

Prezzo base 600mila euro per il logo dei super costumi

Un nuotatore con il costume Diana

Merate, 14 settembre 2018 - Lo storico marchio Diana cucito sui costumi dei campioni di nuoto del passato è ora all’asta. La famosa società fondata nel 1947, a Merate, da Luigia e Pietro Casati è stata dichiarata fallita e l’inconfondibile freccia, che ne costituisce il logo e simboleggia la saetta della dea italica della caccia, è all’incanto. I periti e gli esperti di marketing stimano valga almeno 800mila euro, ma ne bastano 600mila per acquisirlo e utilizzarlo. Si tratta di un marchio internazionale, registrato non solo in Italia e nei Paesi dell’Unione europea, ma anche in Russia, Svizzera, Marocco, Montenegro, Serbia, Ucraina, Australia e anche in Cina.

La speranza di tutti gli sportivi e gli appassionati di nuoto è che chi se lo aggiudicherà possa rilanciarlo e riportare sul podio il nome di una società che per quasi settant’anni ha rappresentato l’eccellenza e l’innovazione del made in Italy in tutte le principali competizioni internazionali. I ricercatori della Diana all’epoca sono stati infatti tra i primi a sfruttare tessuti tecnici e performanti nel nuoto, realizzando non solo i costumi più leggeri al mondo, ma anche cuffie da pallanuoto anti-presa. Per questo i prodotti con la freccia sono stati scelti e indossati dagli atleti di moltissime nazionali a Olimpiadi e Mondiali, collezionando più di 500 medaglie e conquistando record del mondo. «L’asta si chiuderà il 25 ottobre – spiega il curatore fallimentare Leonardo Milani -. La prima offerta valida dovrà essere pari almeno al prezzo di base, mentre i rilanci devono essere minimo di 10mila euro». La crisi della Diana risale agli inizi del 2000, a causa soprattutto della concorrenza asiatica. Sembrava che nel 2011, con il passaggio alla Rue Royale Diana, potesse essere vinta anche la sfida più difficile e importante, quella della sopravvivenza e del rilancio, invece si è trattato solo di una falsa ripartenza: il fallimento nel luglio 2017. Nonostante l’epilogo la mitica freccia potrà tuttavia forse tornare a fendere l’acqua.