Como, Cittadella sanitaria al bivio: due mesi per non perderla

I sindacati sollecitano la politica sul futuro del vecchio ospedale Sant'Anna in cima alla Napoleona

Il vecchio ospedale

Il vecchio ospedale

Como, 8 dicembre 2016 - C'è tempo un paio di mesi per capire se Como farà in tempo ad agguantare per i capelli la «Cittadella Sanitaria» oppure avrà perso l’ennesimo treno. Giusto il tempo di completare l’iter per la messa all’asta dell’area di proprietà dell’ex-Sant’Anna, in cima alla Napoleona, dove potrebbe sorgere un nuovo quartiere di lusso.

«Non vogliamo fare polemiche, ma solo stimolare la politica – spiega Danilo Mazzacane, segretario generale della Cisl Medici della Lombardia – Pensiamo che tutti devono impegnarsi per concretizzare la Cittadella della salute, un’occasione unica e irripetibile per Como. Ci sembra che si stia perdendo troppo tempo. Coinvolgendo tutte le strutture sanitarie e gli ordini dei medici e degli infermieri si deve creare un luogo dove privilegiare le esigenze del malato cronico e fragile, l’anziano con pluripatologie. Abbiamo la possibilità di mettere loro a disposizione un luogo dove concentrare tutti i servizi sanitari e sociali loro dedicati, integrando sul serio ospedale e territorio, come prevede la riforma sanitaria. Pensiamo a punti di pronto intervento aperti sette giorni su sette e per almeno 14 ore al giorno, riferimento per i cosiddetti malati cronici che così non congestioneranno più i pronto soccorso degli ospedali del territorio». Da risolvere anche i dubbi sul futuro dell’ospedale Sant’Anna, che sembra destinato a un ruolo da Cenerentola da quando a comandare nella nuova Ats è Varese.

«Va bene il dipartimento di emergenza - urgenza, ma ci sono altre specialità importanti che in passato erano un fiore all’occhiello del Sant’Anna che adesso rischiano di essere trascurate – sottolinea il dottor Cesare Guanziroli, segretario provinciale dei medici – c’è molta preoccupazione per la riduzione dell’attività delle sale operatorie. Tutti i manager della sanità a Como sono di Varese, gli investimenti regionali privilegiano Varese e la nomina dei primari del Sant’Anna privilegia chi arriva dalla provincia vicina. Quello di Como rischia di diventare un ospedale poco attrattivo e i segnali ci sono già: dagli infermieri che se ne vanno a lavorare altrove, tanto che interi reparti vengono mandati avanti attraverso le cooperative, ai concorsi per medici che vanno deserti».