
La chiea di San Bartolomeo a Merate
Merate (Lecco), 26 marzo 2021 – La chiesa di Manzoni a Merate ha riaperto i battenti, ma solo per qualche giorno. E' stata aperta giusto il tempo di alcuni lavori di pulizia e manutenzione. Terminati i piccoli interventi il portale della chiesa verrà di nuovo sprangato, la chiesa chiusa e il piccolo gioiello medioevale dove da ragazzino ha pregato e inciso il proprio nome sulle panche anche Alessandro Manzoni tornerà ad essere inaccessibile e celare i suoi capolavori di arte, storia e fede, come ormai succede dal 2014.
Si tratta della chiesetta di San Bartolomeo. Si trova vicino all'attuale scuola media di Merate, un tempo ex collegio gestito dai padri somaschi, dove il futuro autore de I Promessi sposi ha studiato dal 1791 e il 1796 tra i 6 e gli 11 anni, frequentando le elementari dell'epoca. Un tempo era proprio la chiesa dei religiosi e del collegio, dove gli alunni quotidianamente partecipavano alle funzioni religiose prima di cominciare le lezioni al mattino e prima di andare a letto negli stanzoni delle camerate la sera. Durante gli ultimi restauri sono state sostituite tutte le vecchie panche con inginocchiatoi in legno, prive di qualsiasi valore, ma su cui erano incisi con coltellini e temperini i nomi di generazioni degli allievi del collegio, tra cui probabilmente anche quello del Sommo, che da bambino era molto vivace e che – si legge nei suoi diari d'infanzia – finiva spesso in punizione. La chiesa di San Bartolomeo racchiude anche un mistero: è una cripta in cui sono state trovate quattro bare, due grandi e due piccolissime, racconta il compianto ex sindaco ingegner Luigi Zappa nel suo libro “Storia di Merate”, “contenenti resti di salme: parte di un cranio di asulto, un lungo osso forse una tibia, una ciocca di capelli ed inoltre pezzetti di stoffa ed un cordone grigio”. A chi appartengano quei resti e a quando risalgano non è stato mai scoperto. Nella chiesa di San Bartolomeo non si celebrano più funzioni dall'ottobre 2014, a causa di infiltrazioni d'acqua e della necessità di effettuare costosi interventi di messa a norma. Inizialmente ospitava la quotidiana messa prima del mattino delle 7 e la messa domenicale delle 8.30 o delle 9, poi le celebrazioni delle messe feriali di tutti i giorni sono state sospese e infine più di una mezza dozzina di anni fa ormai anche delle messe festive. Il 24 agosto, giorno della festa di San Bartolomeo a cui la chiesa è dedicata, si usava bruciare un pallone di cotone appeso sopra l'altare simbolo del martirio.
“Purtroppo stiamo effettuando solo alcuni lavori di pulizia e di piccola manutenzione – ci ha spiegato il parroco don Luigi Peraboni, che ci ha gestilmente permesso di scattare un paio di foto e girare un breve video all'interno della chiesa, dove nessuno metteva piede, da anni per mostrarci velocemente la situazione -. Sarebbe bello eseguire i lavori di messa a norma, riaprire la chiesa e svolgere di nuovo qui alcune funzioni, ma occorrerebbero troppi soldi che attualmente come parrocchia non abbiamo. In questo momento di difficoltà per tutti inoltre ci sono altre priorità”. Il nucleo primordiale della chiesa di San Bartolomeo risale al X secolo. Originariamente apparteneva all'arcivescovo di Milano Ariberto prima di essere donata agli abati di San Dionigi di Milano, prima di essere ceduta al Comune e alla parrocchia. Ai primi del '600 è poi passata in custodia ai Padri somaschi che l'hanno tenuta in custodia fino alla soppressione degli ordini religiosi nel 1810 da parte di Napoleone. La chiesa è stata consacrata l'11 novembre 1590 per incarico del cardinale Federico Borromeo. La descrizione più antica risale al 1754. Nel 1886 è stata restaurata per una prima volta, con un intervento durato quattro anni.
Successivamente sono stati compiuti altri rifacimenti e cambiamenti che in realtà l'hanno deturpata, con l'eliminazione di alcune pale di pregio sostituite con dipinti di dubbio gusto e lo scempio del soffitto a cassettoni. Nel 1963 sono stati rifatti il tetto e il pavimento e la sacrestia, che prima di trovava in un locale laterale, è stata spostata sul retro per lasciare spazio ad una sorta di nuova cappella in modo da accogliere più fedeli. E' durante quest'ultimo intervento che sono state sostituite le vecchie panche e che è stata scoperta la cripta. Dopo questi lavori è stata riaperta al pubblico l'11 aprile1966 e con una solenne cerimonia il 17 ottobre 1966 è stato consacrato il nuovo altare da parte del vescovo di Tortona monsignor Francesco Rossi. Nell'ottobre 1995 è stato invece inaugurato il restaurato organo a canne costruito da Vittorio Ermolli nel lontano 1891.
Non è l'unica chiesa chiusa a Merate: è chiusa da tempo anche la chiesa di San Gregoria di Turba, come verrà presto chiuso completamente il Castello Prinetti, di proprietà della parrocchia ma simbolo di tutta la città di Merate.