Cesana Brianza, inizio di settimana nero sul lavoro: due incidenti in azienda, uno grave

Un giovane ha subito l’amputazione di due dita: ricoverato d’urgenza al San Gerardo. I sindacati: più investimenti da parte delle imprese sulla sicurezza

In poche ore nel Lecchese ieri si sono verificati due incidenti sul lavoro

In poche ore nel Lecchese ieri si sono verificati due incidenti sul lavoro

Cesana Brianza (Lecco) - Quello di ieri è stato un lunedì nero in provincia di Lecco dove, nell’arco di poche ore, due operai sono stati soccorsi a Cassago Brianza e Cesana Brianza entrambi vittime di incidenti sul lavoro. Il più grave è capitato a un trentunenne che ha subito l’amputazione di due dita per colpa di un attrezzo che lo ha ferito mentre stava lavorando alla Metalfar di via Giuseppe Parini. Gli altri operai hanno immediatamente dato l’allarme e così i soccorsi sono stati immediati, l’uomo è stato trasportato al San Gerardo di Monza dove i medici si sono messi al lavoro per cercare di salvare le due dita.

Poco prima, a Cassago Brianza, un sessantaseienne è rimasto ferito alla schiena e al volto mentre stava lavorando all’interno di un impianto in via Martiri della Libertà. Anche in questo caso i colleghi sono corsi immediatamente in suo aiuto e successivamente l’uomo è stato trasportato all’ospedale Manzoni di Lecco, dove per fortuna al di là delle escoriazioni subite, in seguito alla caduta, le sue condizioni non sono apparse critiche.

Il 2022 si conferma l’anno nero per gli infortuni sul lavoro in provincia di Lecco, con un aumento degli incidenti del 43% rispetto allo scorso anno. I dati in possesso dei sindacati, risalenti alla fine di agosto e quindi in grado di fornire solo un conteggio per difetto rispetto alla situazione reale, forniscono un quadro a dir poco sconfortante: 3.039 infortuni denunciati, 64 denunce di malattia professionale e 6 incidenti con esito mortale.

«I dati parlano chiaro – spiegano le parti sociali - il fenomeno infortunistico è in costante crescita e troppo spesso coinvolge anche tirocinanti, giovani vite e stagisti, morti durante un’esperienza formativa in azienda. A livello nazionale nel 2021 le ispezioni effettuate hanno confermato che, su cento aziende controllate, oltre 69 evidenziavano irregolarità, concentrate soprattutto nell’ambito della prevenzione e sicurezza. Tutto ciò è inammissibile: il lavoro non si può pagare con la vita".

Cigl, Cisl e Uil un mese fa avevano affrontato il problema nel corso di un incontro con il prefetto Sergio Pomponio proponendo l’istituzione di tavoli di confronto a livello territoriale e chiedendo di vincolare i finanziamenti delle imprese agli investimenti in salute e sicurezza. "Occorre dare un impulso netto dell’attività ispettiva – concludono – mai come in tema di sicurezza la prevenzione è la miglior cura contro gli infortuni".