Cassa integrazione, boom di richieste a Lecco e Como

Emergenza superiore a quella di un anno fa, dopo il lungo periodo di lockdown

Una protesta per il lavoro

Una protesta per il lavoro

Lecco, 25 luglio 2021 - Come una febbre difficile da curare torna a salire la cassa integrazione che dopo un calo che aveva fatto ben sperare a marzo e aprile, quando le aziende avevano aumentato la produzione sulla spinta degli ordini dall’estero, a giugno è tornata a crescere. Nelle province di Lecco e Como le richieste di ammortizzatori sociali sono addiritura più alte rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, quando il Paese stava uscendo dal lungo periodo di lockdown. In particolare a Lecco la richiesta è più alta del 40,7%, pari a 2.958.077 ore, mentre a Como è addirittura raddoppiata (più 218,6%) con 5.982.963 ore. A preoccupare sono soprattutto i dati dei settori tessile e metalmeccanico, che contano il maggior numero di occupati nelle due province.

I dati dei primi 6 mesi del 2021 confrontati con lo stesso periodo del 2020 confermano che il distretto tessile continua ad essere in difficoltà, mentre il metalmeccanico sembra in ripresa. A Como nei primi sei mesi del 2021 si è registrato un aumento della cassa integrazione totale nelle tessiture pari al 52,1% rispetto allo stesso periodo del 2020. I lavoratori che hanno usufruito degli ammortizzatori sociali in questo periodo sono stati mari a 6.212. In provincia di Lecco la cassa integrazione totale tessile nei primi sei mesi del 2021 è stata superiore del 59,3% rispetto all’anno scorso. In questo caso i lavoratori che ne hanno usufruito sono stati 1.150. Nel caso del matalmeccanico sui due rami del Lario la situazione è invece nettamente migliorata rispetto al 2020.

A Como le richieste sono scese del 54,7% mentre a Lecco ha fatto addirittura meglio registrando un -61,7%. La diminuzione della cassa integrazione, nei primi sei mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, si registra nel settore dell’edilizia e dell’industria, ed aumenta nell’artigianato e commercio in provincia di Como, mentre nello stesso periodo diminuisce in tutti i settori in Provincia di Lecco.

"È riemersa una forte instabilità e preoccupazione della situazione economica, alimentata ulteriormente da una recrudescenza dei contagi legati alla nuova variante del Covid – spiega Salvatore Monteduro, segretario della Uil del Lario –. Diventa sempre più essenziale che si velocizzi il piano vaccinale per evitare una quarta ondata ed eventuale nuova chiusura delle attività".

Scongiurare nuove chiusure diventa fondamentale nelle due province dove il numero complessivo di lavoratori in cassa integrazione da mesi è stabilmente oltre quota 25mila, ai quali occorre aggiungere tutti quelli coperti dagli altri ammortizzatori sociali. "Il nostro studio conferma una differente situazione economica nelle due province per effetto dei distretti produttivi di riferimento – conclude Monteduro –. In provincia di Como è ancora in sofferenza e in difficoltà il settore dell’artigianato, del commercio e il distretto tessile. Va meglio a Lecco dove il settore metalmeccanico, maggiormente rappresentativo, sta facendo intravedere segnali di ripresa. Resta una preoccupazione dopo il parziale sblocco del divieto dei licenziamenti per gli eventuali risvolti occupazionali. Invitiamo gli imprenditori a utilizzare le 13 settimane già previste dal decreto Sostegni prima di lasciare a casa i loro dipendenti". L’altro settore chiave è il turismo, ma quella del 2021 sembra destinata a rimanere una stagione interlocutoria, per le limitazioni negli spostamenti dei turisti stranieri da sempre gli estimatori numero uno del Lario.