Calolziocorte, passo indietro sulle zone rosse vietate ai migranti

Il nuovo regolamento è stato «congelato» in attesa di essere completamente riscritto

Una delle manifestazioni dei giorni scorsi

Una delle manifestazioni dei giorni scorsi

Calolziocorte (Lecco), 1 maggio 2019 - Le «zone rosse» vietate ai migranti dalla mappa di Calolziocorte sono state cancellate. O meglio: il nuovo regolamento che prevede che non possano essere allestiti centri di accoglienza per richiedenti asilo politico vicino alle scuole e alla stazione è stato «congelato» in attesa di essere completamente riscritto.

Non si tratta quindi di una vera e propria marcia indietro quella compiuta dal sindaco Marco Ghezzi e dagli assessori e consiglieri di Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia che lo sostengono, semmai di una battuta d'arresto o di una ritirata strategica, almeno sulla carta.

Il compromesso è stato firmato l'altra notte al termine di una lunga seduta di Consiglio comunale in municipio, fuori dal quale, diversi attivisti e volontari di associazioni hanno esposto uno striscione contro «discriminazione e intolleranza», come successo in occasione dei presidi di protesta organizzati in paese nei giorni scorsi. «Non voglio essere l'alfiere di quelli che vogliono alzare barriere contro gli stranieri né che vogliono discriminare – si è difeso in aula il borgomastro, additato all'indomani del provvedimento come il fautore di una nuova apartheid -. Sono leghista perché sono federalista, non sono razzista».

Il primo cittadino per smarcarsi dalle accuse, anzi dal «killeraggio» come lo ha definito lui, ha spiegato che appena ha indossato la fascia tricolore si è subito adoperato per coinvolgere gli ospiti della cooperativa Il Gabbiano in lavori di pubblica utilità e concedere loro gli spazi di Villa Guagnellini, ma anche anche annunciato di aver concesso da tre mesi, in tempi non sospetti, il nulla osta per trasformare l'ex cinema Alessandro Manzoni vicino alla stazione in una struttura per fedeli indiani sikh. Il fautore dell'armistizio e dell'onorevole resa è stato l'assessore ai Lavori pubblici Dario Gandolfi, che ha proposto e elaborato un emendamento alla mozione di revoca del regolamento delle «red zone» presentata dagli esponenti di minoranza, suggerendo la «non immediata eseguibilità» del regolamento. Dal canto loro i consiglieri dei due gruppi di opposizione si sono astenuti, tranne Silvia Mazzoleni di «Uniti per Calolzio».